Virtuosi o non curanti? L’attutidine degli italiani verso lo spreco di cibo

Ricerca Babaco Market-Bva Doxa: il 33% non si attiva particolarmente

Milano, 6 feb. (askanews) – Ci sono i virtuosi, i benintenzionati, i parsimoniosi e poi ci sono anche i non curanti. I primi tre gruppi, che rappresentano i due terzi degli italiani, sono i più consapevoli dell’importanza della lotta allo spreco alimentare e si impegnano in prima persona per contrastarlo. L’ultimo gruppo, e sono il 33% di noi, invece, pur conoscendo il problema non si attiva particolarmente. A tracciare questi quattro profili è Babaco Market, che ha commissionato a BVA-Doxa una ricerca sui consumatori italiani e la loro attitudine verso lo spreco di cibo.

Nel primo gruppo, quello dei virtuosi (30%), l’approccio è: “Mi organizzo e faccio tutto il possibile per non sprecare il cibo”. Presentano un’elevata attenzione a non sprecare cibo, per questo sono molto organizzati: ne acquistano piccole quantità, adottano un menù settimanale per regolarizzare acquisti e consumi. Amano molto la frutta e la verdura fresca, sono attenti alla stagionalità e l’origine italiana è prioritaria nelle scelte di acquisto. Meno sensibili al prezzo, sono i più propensi a usare siti e app che supportano cibi made in Italy e pratiche antispreco.

Nel secondo cluster incontriamo i ben intenzionati (21%): “Cerco di non sprecare, ma non ogni tanto capita” è la loro ammissione. Chi appartiene a questo gruppo ritiene importante agire in prima persona per ridurre gli sprechi ed è molto attento a non buttare via cibo. Tuttavia, qualche volta può succedere: più spesso perché si dimentica di consumarlo, oppure perché ne acquista in eccesso. L’azione che adotta più frequentemente per contrastare lo spreco alimentare è porzionare e congelare il cibo. Ama frutta e verdura fresca, soprattutto perché le considera parte di una dieta sana. Non è disposto a spendere di più per prodotti di marca quando acquista frutta e verdura, ma è poco attento alla lista della spesa e alla programmazione settimanale. Per realizzare una migliore organizzazione, han un interesse positivo verso siti e app che supportano cibi made in Italy e pratiche antispreco.

Infine ci sono i parsimoniosi (16%), quelli che non sprecano per risparmiare. A spingerli non è tanto la sensibilità ambientale, sebbene conoscano l’impatto dello spreco di cibo, quanto l’attenzione al portafogli: non buttano via niente grazie a un’organizzazione delle scorte per data di scadenza e all’acquisto di prodotti durevoli. Sono poco amanti di frutta e verdura fresca e più sensibili al prezzo.

Se fin qui l’impegno comune, con le dovute differenze, è a limitare il più possibile le quantità di cibo che finiscono nella spazzatura, nel cluster dei non curanti (33%) l’atteggiamento è decisamente meno propositivo: essi hanno consapevolezza del problema, ma ritengono meno importante contrastare questo fenomeno. Prestano scarsa attenzione allo spreco di cibo e capita spesso che ne buttino via. Hanno una gestione degli alimenti poco oculata: si dimenticano di consumare il cibo, ne acquistano troppo o in formati troppo grandi e ne avanzano quando cucinano. Sono poco amanti di frutta e verdura fresca, stagionalità e provenienza dei prodotti non gli interessano. Acquistano spesso verdure surgelate o conserve e sono poco organizzati: non hanno l’abitudine di fare una lista della spesa o una programmazione dei consumi alimentari.

A sostegno della prevenzione dello spreco alimentare, Babaco Market ha avviato una campagna di comunicazione dedicata al tema “C’è un supereroe in ognuno di noi” che valorizza l’unicità in chiave antispreco attraverso tre protagonisti: Supercedro, Capitan Radicchio e Wonder Pomodoro, eroi insieme ai loro coltivatori, poiché hanno combattuto condizioni climatiche avverse e standard di bellezza restrittivi prima di arrivare nelle Babaco Box.