Vino, Consorzio Doc delle Venezie torna a Prowein con un suo stand

Per il bianco fermo più esportato d’Italia Germania è terzo mercato

Milano, 6 mar. (askanews) – Dal 10 al 12 marzo il Consorzio Doc Delle Venezie parteciperà per il secondo anno con suo standalla fiera Prowein di Dusseldorf, con uno spazio espositivo completamente dedicato dove sarà possibile approfondire la conoscenza del territorio viticolo, stile, peculiarità e modalità di certificazione dei suoi vini, assaggiare diverse referenze e ricevere indicazioni sulla posizione delle aziende socie presenti alla manifestazione.

Per la seconda più grande Denominazione italiana che riunisce gli operatori della filiera produttiva di Pinot grigio di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento, la fiera rappresenta “un appuntamento immancabile ed estremamente significativo in termini di comunicazione, promozione e creazione di nuovi network”. La Denominazione interregionale ha infatti una quasi totale vocazione all’export, che si attesta intorno al 95% del consumo, con la Germania che si colloca sul podio dei principali Paesi di destinazione, con circa il 10% delle esportazioni totali, preceduta solo da Usa e Regno Unito.

“La Doc Delle Venezie oggi è il bianco fermo più esportato a livello nazionale e continua ad essere apprezzata e richiesta a livello globale” ha spiegato il direttore Stefano Sequino, continuando “il Consorzio non perde certamente di vista le operazioni di visibilità all’estero più importanti e strategiche per la nostra Doc. Abbiamo al contempo avviato un percorso di promozione volto a fidelizzare il mercato domestico – ha concluso – con l’obiettivo di valorizzare le potenzialità espressive e lo stile iconico del Pinot Grigio Doc Delle Venezie e replicare lo straordinario successo conseguito all’estero”.

Al Salone di Dusseldorf, l’ente consortile sarà inoltre protagonista di un seminario inserito nel programma di degustazioni di Italian trade agency (Ita), che si terrà l’11 marzo alle 16.30 al padiglione 15, Stand F07 a cura del giornalista e sommelier Sebastian Bordthauser.