Esa, così EarthCare studierà influenza di nuvole e aerosol sul clima

Dotato di quattro strumenti, il satellite sarà lanciato a maggio

Roma, 1 feb. (askanews) – Il satellite EarthCARE dell’Agenzia spaziale europea si appresta a fornire una grande quantità di nuove informazioni su come le nuvole e gli aerosol influenzano il clima terrestre. Con il decollo previsto per maggio su un Falcon 9 di SpaceX dalla base aerea di Vandenberg in California, il satellite è stato sottoposto all’ultima serie di test e controlli meticolosi in Germania. Pronto per affrontare il viaggio verso gli Stati Uniti EarthCARE, del peso di due tonnellate, è stato esposto in una camera bianca presso gli stabilimenti Airbus di Friedrichshafen.

Dotato di quattro diversi strumenti, EarthCARE – informa l’Agenzia spaziale europea – è la più complessa delle missioni Earth Explorer dell’Esa, missioni che restituiscono informazioni scientifiche chiave che fanno progredire la nostra comprensione di come funziona il pianeta Terra come sistema e dell’impatto che gli esseri umani stanno avendo sui processi naturali. Con la crisi climatica che stringe sempre più la sua morsa, EarthCARE – Earth Cloud Aerosol and Radiation Explorer – è stato sviluppato per gettare nuova luce sulle complesse interazioni tra nuvole, aerosol e radiazioni all’interno dell’atmosfera terrestre.

L’energia nell’atmosfera è un equilibrio tra la radiazione in entrata dal Sole, che riscalda il sistema terrestre, e la radiazione termica in uscita, che raffredda la Terra. Sebbene sia noto che le nuvole svolgono un ruolo estremamente importante nel riscaldamento e nel raffreddamento atmosferico, rimangono una delle maggiori incertezze nella comprensione di come l’atmosfera guidi il sistema climatico. Le nuvole e, in misura minore, gli aerosol riflettono l’energia solare in entrata nello spazio, ma intrappolano anche l’energia infrarossa in uscita. Ciò porta a un effetto netto di raffreddamento o riscaldamento. Inoltre, gli aerosol influenzano il ciclo di vita delle nuvole e quindi contribuiscono indirettamente al loro effetto radiativo.

Il set di quattro strumenti all’avanguardia di EarthCARE – spiega l’Esa – lavorerà insieme per fornire una visione olistica della complessa interazione tra nuvole, aerosol e radiazioni per fornire nuove informazioni sul bilancio delle radiazioni della Terra sullo sfondo della crisi climatica. Il Project Manager EarthCARE dell’Esa, Dirk Bernaerts, ha dichiarato: “È bello vedere EarthCARE in tutto il suo splendore e sono estremamente orgoglioso di ciò che Esa, Jaxa e i nostri partner industriali hanno raggiunto nello sviluppo di questa straordinaria missione. EarthCARE è certamente pronto a dare un contributo importante ai complicati modelli climatici e alle previsioni meteorologiche numeriche”.

“EarthCARE si aggiungerà presto alla nostra crescente famiglia di missioni di ricerca Earth Explorer – ha osservato il direttore dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Esa, Simonetta Cheli -. Finora, tutte queste missioni hanno superato i loro obiettivi e le aspettative scientifiche e mi aspetto che EarthCARE segua l’esempio. Anche se EarthCARE è una missione dell’Esa, rivolgiamo un ringraziamento speciale alla Japan Aerospace Exploration Agency, Jaxa, che ha fornito il radar di profilazione delle nuvole, uno degli strumenti di misurazione chiave del satellite”.

Il radar di profilazione delle nuvole del satellite fornisce informazioni sulla struttura verticale e sulla dinamica interna delle nuvole, il suo lidar atmosferico fornisce informazioni sulla cima delle nuvole e profili di nuvole sottili e aerosol, il suo imager multispettrale offre un’ampia scena panoramica in più lunghezze d’onda e il suo radiometro a banda larga misura la radiazione solare riflessa e la radiazione infrarossa in uscita.

Maximilian Sauer, Project leader di Airbus EarthCARE, ha dichiarato: “EarthCARE ha richiesto 15 anni per essere sviluppato con esperti provenienti da oltre 15 Paesi in Europa, Canada, Stati Uniti e Giappone. E grazie a questo duro lavoro abbiamo un satellite che è destinato a migliorare i modelli climatici. Questo è anche un grande risultato per i colleghi di tre diversi siti Airbus e per le oltre 40 società di subappalto che sono state coinvolte”.

(Credits: ESA/ATG medialab)