Tlc Telecomunicazioni, Slc Cgil: Ericsson Italia annuncia 150 esuberi entro l’anno

Sindacati: “Occorre vertenza complessiva su crisi settore”

Ericsson Italia ha annunciato 150 esuberi entro l’anno. Lo riferisce Slc Cgil in una nota, “Si è tenuto un incontro a distanza tra i rappresentanti delle società Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Rsu ed Ericsson Italia per un confronto sull’andamento aziendale ed il piano industriale”.

L’azienda “ha rappresentato lo stato economico-finanziario dell’intero Gruppo a livello mondiale, per il quale il Ceo ha preannunciato, nei mesi scorsi, un taglio di circa 8mila lavoratori su un totale di 102mila impiegati, esaminando in maniera dettagliata tutti i fattori del mercato di riferimento”.

“La presenza di Ericsson, che dura da oltre cento anni in Italia, è un fattore determinante che ha contribuito allo sviluppo del nostro Paese con tecnologia, brevetti e personale formato e di alto profilo”.

“La crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria Covid19, la guerra con il conseguente aumento dei costi energetici e l’emorragia ai margini degli Operatori di Telecomunicazioni di fronte alla crescita esponenziale dei dati sulla domanda di trasporto, sono elementi che inducono Ericsson a ripensare, al suo approccio ai mercati con un focus su 5G, cloud e impresa per mantenere la sua posizione di leadership supportata dai suoi tre centri di ricerca”.

Chiaramente, “la contrazione del mercato si basa in gran parte su commesse e gare in appalto, a fronte di settori come Ericsson Italia che richiedono ingenti investimenti strutturali e costi elevati per la formazione del personale”.

Una non corretta gestione della “Golden Power” sulla sicurezza delle reti ed il mancato “share” dei ricavi con i gestori di contenuti sono temi importanti che, per il mercato delle TLC Telecomunicazioni, non sono più differibili.

L’Amministratore Delegato ha anche annunciato una presentazione sul riassetto aziendale sulle nuove sfide poste dal mercato. Con questo, Ericsson fornirà alle aziende italiane di oggi un surplus di specialisti. Questo può essere quantificato in circa 150 unità lavorative, la cui uscita, con modalità dichiarate non traumatiche, dovrà avvenire entro il corrente anno.

Ciro Di Pietro