Salute, ricerca Campus Bio-Medico: anestesista questo sconosciuto

Per oltre il 45 per cento un rianimatore è solo diplomato

Roma, 21 dic. (askanews) – Il medico anestesista o rianimatore è uno sconosciuto. Parlano chiaro i risultati di una ricerca condotta dal Campus Bio-Medico di Roma su un campione di 1400 pazienti in attesa di intervento chirurgico, attraverso un questionario di 13 domande a risposta chiusa. L’indagine sarà pubblicata sul Journal of Anesthesia & Clinical Research.

Le risposte fornite dai soggetti, in prevalenza donne (49.9%) e in percentuale maggiore dai 50 a 74 anni, hanno fatto emergere che il tema dell’anestesia desta sicuramente un interesse generalizzato ma che i pazienti, in procinto di essere sottoposti ad anestesia, preferiscono ancora informarsi maggiormente attraverso l’esperienza diretta e/o familiare, piuttosto che chiedere direttamente al medico.

E poi il 45,6 per cento degli intervistati pensa che il medico anestesista rianimatore sia un diplomato e non un laureato in medicina e con una specializzazione, solo il 22% sa che è laureato in medicina e inoltre solo l’11,5 per cento sa che lavora in terapia intensiva e in emergenza.

Gli intervistati desidererebbero maggiori informazioni su alcuni aspetti fondamentali dell’anestesia e del percorso diagnostico/terapeutico, principalmente la durata dell’intervento (57%), come i medici si occuperanno del dolore postoperatorio (47%), le diverse tecniche di anestesia disponibili (42%), oltre all’eventuale anestesia e complicanze (50%).

In un accertamento simile, sulla percezione del paziente nei confronti degli anestesisti, il 91,3% dei pazienti desiderava ricevere maggiori informazioni sull’anestesia e il 77,4% più chiarezza sulla figura professionale dell’anestesista.

L’indagine è stata condotta e ideata dal dottor Fausto D’Agostino, dirigente medico anestesista rianimatore all’Università Campus Bio-Medico di Roma. La supervisione del progetto è stata curata dai professori Felice Eugenio Agrò e Paolo Pelosi, con i contributi dei medici e ricercatori Davide Sammartini, Emanuele Sammartini, Angela Sinagoga, Jessica Poloni, Pierfrancesco Fusco, Silvia Angeletti, Silvia Fabris, Claudio Ferri.

Fausto D’Agostino spiega: “Dovrebbero essere compiuti maggiori sforzi per migliorare e rendere più efficaci le modalità di comunicazione tra anestesisti, pazienti e famiglie”. Perché se una famiglia spesso sceglie il chirurgo che dovrà operare il proprio caro, non avviene lo stesso per la scelta del medico anestesista rianimatore raramente percepito come una figura centrale, e di alta specializzazione, nel processo operatorio.

“Ricordiamo inoltre che lo stesso specialista ha in carico le terapie del dolore – ruolo di cui solo l’11,5 per cento degli intervistati è a conoscenza – così importanti per alleviare le sofferenze di un paziente e che, anche per questo, dovrebbe meritare la massima considerazione nella fase di scelta da parte del paziente e dei suoi familiari”.