Mezzogiorno, Giannola (Svimez): “Accesso al credito cruciale per crescita imprese”

A Napoli forum dei dottori commercialisti sul mercato bancario e finanziario promosso dall’Unione giovani e dall’Ordine partenopeo

NAPOLI – “L’incrocio di esperienze e analisi e la verifica sul terreno di alcuni elementi, sono molto utili allo Svimez. Confrontarsi con gli operatori è un’occasione importante per fare qualcosa che potrebbe modificare o consolidare anche i comportamenti di cittadini e imprese.

Ci troviamo in un momento storico in cui il settore bancario e finanziario assume un ruolo cruciale per lo sviluppo economico del territorio, specialmente nel contesto del Mezzogiorno. L’accesso agevole a strumenti finanziari è essenziale per sostenere la crescita delle imprese, promuovere gli investimenti e favorire l’innovazione”.

Lo ha detto Adriano Giannola, presidente dello Svimez, nel corso del convegno “L’accesso al mercato bancario e finanziario nel Mezzogiorno”, organizzato dall’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Napoli e dall’Odcec partenopeo.

“È nostro dovere, come professionisti del settore – ha sostenuto Eraldo Turi, numero uno dei commercialisti napoletani -, esplorare le sfide e le opportunità che il panorama bancario e finanziario presenta nel Mezzogiorno, identificando soluzioni e strategie che possano contribuire a una maggiore inclusione e accessibilità.

Il tessuto economico è composto da piccole e micro imprese che avrebbero necessità di vedere agevolato l’accesso al credito per crescere o anche solo per resistere alle sfide del mercato”.

Vincenzo Piccirillo (presidente dell’Ugdcec di Napoli) ha sottolineato che “oggi al Sud vengono concessi mutui e finanziamenti a condizioni peggiori rispetto a quanto avviene al Centro-Nord.

Secondo una recente indagine de Il Sole 24 Ore, nel caso di un mutuo da 150 mila euro della durata di 25 anni, la rata mensile a Napoli è di 980 euro, contro gli 800 euro pagati a Bologna o gli 841 euro di Milano e gli 821 di Roma”.

Da sinistra Coppola, Nasti, Piccirillo Rey e Maglio

Secondo Amedeo Manzo (presidente Banca di Credito Cooperativo di Napoli) “il convegno ha rappresentato l’occasione per fare luce sul ruolo delle Banche di Credito Cooperativo che oggi si qualificano come le banche del Mezzogiorno.

Le circa 80 Bcc in tutte le regioni del Meridione oggi intermediano numeri importanti con quasi 600 filiali a disposizione delle piccole e piccolissime imprese, di famiglie e startup del territorio”.

Per Roberto Maglio (professore ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”) “quello dell’accesso al credito è un tema caldissimo per il mercato campano.

Esistono evidenti difficoltà delle banche ad avere un business model sostenibile, condizioni non eque per soluzioni che spesso risolvono queste problematiche. Ma anche casi di successo come le Banche di Credito Cooperativo”.

Nel corso del convegno Andrea Rey (consigliere Ugdcec Napoli) ha presentato il libro “La scomparsa del Banco di Napoli” (Editoriale Scientifica) osservando che “gli effetti di questa caduta sono stati devastanti.

Oggi le imprese del Nord ottengono più credito a scapito di quelle del Sud e questo comporta che una quota crescente dei depositi raccolti al Sud finanzia gli impieghi al Centro-Nord. Aver perso il più grande polmone finanziario del Mezzogiorno è sicuramente uno tra i tanti ostacoli che limita lo sviluppo di un’area che potrebbe essere, invece, strategica anche per il resto del Paese, essendo nel cuore del Mediterraneo.

Al Sud manca un istituto bancario delle dimensioni del Banco di Napoli che accompagni la crescita delle imprese meridionali che, invece, sono costrette ad accedere a finanziamenti con tassi di interessi superiori rispetto alle imprese del Nord”.

Marilena Nasti (consigliere delegato dell’Odcec Napoli) ha evidenziato che “la realtà del Banco di Napoli è il ‘metro’ di quanto le eccellenze del Sud abbiano fatto la storia.

Le realtà creditizie del Sud vanno valorizzate e sostenute dallo stesso sistema economico locale; le aggregazioni tra banche devono creare valore e riposizionarsi su sistemi di efficienza ed efficacia.

Si auspica pertanto un lavoro comune tra professionisti banche ed imprenditori per riportare al Sud quello che maldestramente è stato tolto negli anni passati”.

Francesco Saverio Coppola (segretario generale dell’Associazione internazionale Guido Dorso, ha rimarcato che “in occasioni come questa si cerca di trarre conoscenza da una storia come quella del Banco di Napoli che dovrebbe portare ad azioni molto più concrete di sviluppo verso il Mezzogiorno d’Italia.

Un momento non di rivisitazione del passato, ma una proiezione di possibili soluzioni per migliorare la coesione e lo sviluppo territoriale”.

Da sinistra Turi, Giannola, Rey e Maglio