M.O., Netanyahu presenta piano post-guerra: i punti principali

Da smilitarizzazione a ricostruzione, da gestione Gaza a Unrwa

Roma, 23 feb. (askanews) – Quattro mesi e mezzo dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha svelato il suo piano per il “giorno dopo”, presentandolo al gabinetto di guerra nella notte tra giovedì e venerdì per l’approvazione. Ecco i punti principali del progetto post-bellico.

Secondo un documento pubblicato dall’Ufficio del premier gli obiettivi a breve termine della campagna rimangono invariati:

– distruggere le capacità militari e le infrastrutture governative sia di Hamas che della Jihad islamica,

– garantire il rilascio degli ostaggi.

Nel medio termine:

– Israele intende mantenere la libertà di effettuare operazioni militari a Gaza,

– creerà una zona cuscinetto attorno alla Striscia di Gaza, che rimarrà in vigore “finché ce ne sarà la necessità di sicurezza”,

– Israele imporrà una “chiusura al confine meridionale” con l’egitto per impedire la ripresa dell’attività terroristica. La chiusura sarà gestita con l’assistenza degli Stati Uniti e in cooperazione con l’Egitto “per quanto possibile”,

– Israele manterrà anche il controllo della sicurezza sulla Cisgiordania, da terra, aria e mare, “per prevenire il rafforzamento di elementi terroristici in (Cisgiordania) e nella Striscia di Gaza e per contrastare le minacce verso Israele” provenienti da queste aree.

Nel lungo periodo la proposta di Netanyahu prevede che:

– il governo civico della Gaza postbellica venga affidato a “professionisti con esperienza manageriale”, “funzionari locali che non devono essere identificati con stati o organizzazioni che sostengono il terrorismo e non devono ricevere stipendi da loro”, ma si usa un linguaggio vago,

– la ricostruzione di Gaza avverrà solo quando “la Striscia sarà smilitarizzata e sarà avviato il processo di deradicalizzazione”,

– Israele lavorerà per garantire la chiusura permanente dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, e l’istituzione di un nuovo organismo internazionale.

Infine la dichiarazione di Netanyahu aggiunge che “Israele rifiuta totalmente i diktat internazionali su un accordo sullo status finale con i palestinesi” e il riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese da parte della comunità internazionale “sarebbe un enorme premio al terrorismo” e impedirebbe qualsiasi accordo di pace.