Le perdite sui crediti devono derivare da un credito di difficile esazione

La sentenza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione torna sul tema delle perdite sui crediti, concentrandosi sull’art.10, comma 5 del TUIR, secondo il quale, al di fuori delle situazioni di procedure concorsuali del debitore, le perdite su crediti sono deducibili dal reddito d’impresa solo se risultano da elementi certi e precisi.

“Gli Ermellini, non solo hanno precisato che il contribuente ha l’onere di allegare e documentare tali elementi, confermando che la perdita deve derivare da un credito di difficile esazione ma – spiega Alfredo Accolla, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – hanno evidenziato l’importanza di elementi inequivoci, di tipo documentale, che attestino tale difficoltà”.

La legge infatti non richiede l’impossibilità assoluta di recuperare il credito, ma una valutazione di fatto incensurabile in sede di legittimità.

“La valutazione del credito, in termini di ricuperabilità – prosegue Accolla – riguarda la probabilità che la perdita del credito diventi così elevata da assumere rilevanza per la determinazione del reddito, specialmente in considerazione dell’antieconomicità di eventuali azioni di recupero”.

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