La “trappola” di MetaSalute

Quando l’assistenza sanitaria integrativa diventa un “ostacolo finanziario”. Nuovo appello della Failms per aiutare gli iscritti

Come recita un vecchio adagio, “commettere errori è umano, perseverare è diabolico”. Nel 2016, con l’accordo tra i metalmeccanici (contratto nazionale di lavoro della categoria), venne stipulato che, a partire dal 1° ottobre 2017, le aziende avrebbero aderito al Fondo MetaSalute, un fondo sanitario integrativo.

Ciò comportò una deduzione di parte dell’aumento contrattuale, che ammontava a 156 euro annui, distribuiti in 12 rate mensili da 13 euro ciascuna, finalizzati a coprire un piano sanitario di base.

Inizialmente, questa disposizione sembrava vantaggiosa, forse nell’attesa che i circa 2 milioni di aderenti, insieme alle loro famiglie, non fiscalmente a carico, si unissero al fondo.

Tuttavia, nel corso degli anni, questa iniziativa ha trasformato il benevolente iniziale in un vero e proprio intrico, quasi una trappola, come aveva previsto la Federazione Autonoma Italiana Lavoratori Metalmeccanici e Siderurgici.

Attraverso consulenze legali, mezzi di comunicazione sociali, comunicati ed assemblee, la Failms ha cercato di informare i lavoratori che l’accordo originario non prevedeva alcuna ‘via di fuga’ per gli aderenti al fondo.

Ora, nel 2024, un ulteriore “colpo” si abbatte sugli aderenti al Fondo, già alle prese con una situazione critica di aumento dei costi della vita e, soprattutto al Sud, con una scarsa organizzazione delle strutture sanitarie pubbliche.

L’aumento del contributo per i familiari, non fiscalmente a carico, è salito a 361 euro rispetto ai 149 euro (cumulativi) inizialmente previsti per il 2019.

Recentemente la Failms ha sollecitato nuovamente le sigle sindacali firmatarie di quell’accordo (Fiom-Fim-Uilm) affinché riesaminassero i termini contrattuali.

Viene chiesto espressamente di prendere le distanze da queste decisioni, minacciando di abbandonare le loro poltrone nei consigli d’amministrazione del Fondo MetaSalute e di ritornare a tutelare i diritti dei lavoratori.

In un momento in cui la salute dovrebbe essere una priorità, non possiamo permettere che diventi un “ostacolo finanziario” per chi lavora duramente per il benessere di tutti.