Il capitolo italiano dell’indagine sui dati Dama sotto i riflettori

Alla convention di Bologna il modello ha ricevuto interesse colleghi europei

Roma, 14 dic. (askanews) – Nel centro congressi FICO di Bologna si è svolta la convention 2022 del chapter italiano sul tema “Data Valuation & Ethics” a cui hanno partecipato oltre 200 iscritti da tutta Italia, anche per fare il punto sui tre anni di interviste quantitative e focus group svolte con i professionisti dei dati, prima nelle Banche (2020), poi nelle Assicurazioni (2021) e infine nelle aziende Energy (2022) da DAMA International, l’associazione degli esperti dei dati con oltre 50 chapter nel mondo.

Una novità assoluta per DAMA EMEA: è la prima indagine strutturata che coinvolge i professionisti dei dati in quest’area geografica (Europe, Middle East, Africa) e il capitolo italiano ha già ricevuto l’interesse dei colleghi europei per replicarne il modello in altri Paesi.

Un percorso “all’inizio” per il 60% delle aziende e “avanzato o maturo” nelle altre. Si riassume così il livello di maturità nella gestione dei dati per le 50 banche, assicurazioni, aziende di energia e utility intervistate nel triennio 2020-2022 da DAMA Italy. Con l’espressione “Data Driven” s’intende un’organizzazione evoluta nella gestione dei dati aziendali. In sostanza, le aziende che sono in grado di valorizzare (ove possibile, quantificando l’impatto economico) il proprio patrimonio informativo, si legge nella nota.

Il presidente DAMA Italy, Nino Letteriello, ha introdotto le attività internazionali: nata nel 1980 negli Stati Uniti, DAMA (“Data Management”) International rappresenta oggi la più grande associazione professionale sul tema dei dati, presente in oltre 60 paesi. Con il suo manuale di riferimento (DMBOK2) tradotto in 8 lingue tra cui l’italiano e una certificazione professionale (CDMP – Certified Data Management Professional) riconosciuta come standard nel settore, DAMA ha avuto negli ultimi anni un’impennata di iscrizioni e attività, soprattutto in Europa.

“Quando abbiamo iniziato questo percorso, DAMA era attiva in 12 Paesi. Oggi siamo a 25 nella sola area EMEA – racconta Nino Letteriello, dal 2019 responsabile Europe, Middle East and Africa – con una forte spinta soprattutto in Medio Oriente, dove abbiamo da poco aperto un chapter a Riad. Ma anche l’Africa si sta muovendo e in Europa stiamo promuovendo attività di ricerca, soprattutto nelle aree della gestione etica dei dati e il supporto alla digital sustainability”.

“Il Data Management abilita l’evoluzione organizzativa delle aziende – spiega Letteriello – una sfida complessa in cui persone, tecnologie e processi devono integrarsi tra loro secondo logiche ben definite. Il motore di questa trasformazione è la figura del Chief Data Officer (CDO) che in una prospettiva più ampia si può definire come il garante della trasformazione dei dati in valore per l’azienda. Ogni CDO, tuttavia, avrà le sue attività e aree di specializzazione, in base alle esigenze della singola organizzazione”.

Il keynote dell’evento è stato affidato a Douglas Laney, docente di Economia dell’Informazione nell’Università dell’Illinois e autore nel 2017 del celebre saggio Infonomics (“Come monetizzare, gestire e misurare le informazioni come un asset e creare vantaggi competitivi”). “Dopo l’11 settembre – ha spiegato Laney – i dati hanno assunto un ruolo determinante anche come voci di bilancio e oggi sono una delle maggiori risorse per l’azienda (“most critical assets”). Si sente spesso dire che sono il nuovo petrolio, ma non è proprio così: hanno molti meno limiti! Sono il quinto fattore di produzione, anzi a volte si sostituiscono” alle forze tradizionali (terra, lavoro, capitale e impresa).

“In Europa e in Italia in particolare, è importante per le organizzazioni razionalizzare i propri dati. Si tratta di una decisione economica: quali dati conservare o aggregare? Occorre passare a uno storage più economico e offline? È possibile utilizzare il modello di valutazione che ho suggerito per determinare quali dati costano di più rispetto al valore economico che creano. Bisogna aggregare o riassumere dati, forse conservarli in modo differente? Ecco perché è importante fare questa valutazione”, ha aggiunto Laney.