Coronavirus, dai commercialisti un Protocollo a tutela di consumatori e famiglie

 

Domani alle ore 16, il webinar “Emergenza Covid 19: le misure previste dal decreto “Cura Italia” in materia di mutui e prestiti ai consumatori”

 

NAPOLI – “L’attuale crisi economica dovuta all’emergenza Covid-19 impone riflessioni sugli strumenti di finanza pubblica utilizzati per sostenere l’economia, in particolare le famiglie e le fasce più deboli, con un ampio dibattito che coinvolga professionisti, istituzioni, enti di controllo e banche”.

Lo ha detto Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti di Napoli, presentando il webinar “Emergenza Covid19: le misure previste dal decreto “Cura Italia” in materia di mutui e prestiti ai consumatori”, organizzato dalla commissione Tutela del Consumo dall’Ordine partenopeo e in programma domani, giovedì 7 maggio alle ore 16.

“Occorrono adeguati strumenti di tutela in grado di regolamentare la concreta attuazione delle politiche di governo messe in campo per i cittadini. Le stime dicono che nei prossimi mesi il numero dei poveri potrebbe raddoppiare – ha aggiunto – aggiunge passando da circa 5 a 10 milioni: rischiamo di ipotecare il nostro futuro mettendo a rischio il rilancio dei consumi e la stabilità del sistema finanziario. Una liquidità che, tra l’altro, stenta ad arrivare, considerato che l’intero impianto del decreto passa per gli istituti di credito e le banche, i cui comportamenti risultano non conformi allo spirito del decreto che sembrava finanziare tutti”.

“Si stima, secondo una rilevazione della Banca d’Italia condotta sul sistema bancario, che al 17 aprile sono arrivate alle banche 1,3 milioni di domande di moratoria su prestiti per un valore di 140 miliardi, di cui oltre 600 mila domande di moratoria provenienti dalle famiglie per un valore di 36 miliardi di prestiti. La gran parte (42.500 domande) ha riguardato la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa con accesso al cosiddetto Fondo Gasparrini. A fronte di tale domanda di prestiti, – ha spiegato Moretta – solo 39mila domande sono giunte al Fondo di garanzia. Noi crediamo che il governo debba stabilire con un Protocollo per punti e in modo organico il comportamento che le banche devono adottare per tutte le misure messe in campo dal governo che supporti operatori e consumatori. Dobbiamo far ripartire i consumi e ridurre ulteriori effetti a cascata sull’economia”.

“Senza un’adeguata regolamentazione delle procedure e dei comportamenti che le banche devono adottare nell’attuazione di tutte le misure messe in campo per fronteggiare l’emergenza – ha evidenziato Liliana Speranza, consigliere delegato dell’Odcec Napoli -, rischiamo di complicare una situazione già delicata. I dati sul sovraindebitamento ci preoccupano e ci allarmano. La sospensione dei piani omologati del consumatore, per esempio, è una misura che poteva essere più standardizzata e meno lasciata alla discrezionalità. La semplificazione delle procedure consente di ridurre i costi indirizzandoli a iniziative finalizzate allo sviluppo e alla ripresa economica, oltre a dare risposte rapide a chi le attende”.

Per Vincenzo Tiby, consigliere delegato dell’ordine partenopeo, “servono procedure chiare ed uniformate. La tanto proclamata sburocratizzazione non si riscontra nell’operatività del sistema bancario, che ostacola ed impedisce il naturale accesso ad un diritto legittimo, nella fattispecie rappresentato da un prorogare dei termini della restituzione di un finanziamento, utile più che mai a famiglie disagiate e colpite dall’effetto Covid per momentanea assenza di liquidità a seguito del lockdown”.

Stefania Linguerri, presidente della commissione di studio ‘Tutela del Consumo’, ha rimarcato: “Servono maggiori e più adeguati presidi di tutela per i consumatori di servizi bancari e finanziari. Assistiamo ad una sempre più diffusa difficoltà applicativa delle norme che si traduce in una “incertezza del diritto” su tanti fronti. Secondo qualcuno, questo creerebbe riflessi sugli equilibri dell’economia e della finanza pubblica da non sottovalutare. Nel merito delle misure messe in campo dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid, le regole di condotta delle banche dovrebbero essere maggiormente sintetizzate dal legislatore. Certamente centrale e strategico è il ruolo delle banche, ma la difformità delle procedure non agevola gli operatori. In tale contesto, le politiche di welfare messe in campo per fronteggiare la crisi potrebbero rischiare di consolidarsi in un aiuto alle banche”.

Secondo Achille Coppola, segretario nazionale dei commercialisti italiani, “il governo è intervenuto per aiutare chi ha un mutuo, ma nessuna misura è stata varata per il credito al consumo. Nel decreto Cura Italia sono assenti le necessarie misure sul credito al consumo, che sospendono i pagamenti di rate e finanziarie. Una grave dimenticanza che ha portato arbitrarietà assoluta nelle procedure tra i vari istituti di credito, in parte risolta con gli accordi tra Abi e associazioni dei consumatori. Resta di fatto che ad oggi non esiste una soluzione univoca e standardizzata per i debitori in difficoltà. Eppure si tratta di dati rilevanti, considerato che il solo credito al consumo vale 22 miliardi. Il rischio tende sempre più a spostarsi verso le famiglie e questo è un dato allarmante perché la popolazione italiana è anziana, il tasso di disoccupazione è alto e potremmo avere una carenza del risparmio. Il tema della tutela del risparmiatore in tale contesto dunque gioca un ruolo centrale”.

Parteciperanno ai lavori Vittorio Garone, responsabile Fondi di solidarietà e di sostegno ConsapSpA; Massimo Ferrero direttore della Direzione B – Direzione Generale per la Tutela del Consumatore Agcom; Antonio Cinque, direttore della sede di Napoli della Banca d’Italia; Angelo Peppetti, Ufficio Credito e Sviluppo ABI; Rosario Stornaiuolo, presidente Federconsumatori Campania; Amedeo Manzo, presidente Commissione Finanza e Mercati Finanziari Odcec Napoli.