Contributi volontari utili ai fine della pensione

I lavoratori iscritti all’Inps possono richiedere l’autorizzazione per il versamento dei contributi volontari

Nella maggior parte dei casi, i periodi non lavorati non sono utili ai fini della pensione salvo il verificarsi di eventi per i quali la legge offre comunque la copertura mediante l’accredito di contributi figurativi come, ad esempio, la contribuzione spettante per il periodo di congedo obbligatorio per la maternità oppure è possibile riscattare alcuni periodi, con onere a carico dell’interessato, come la legale durata del corso di studi universitario.

Ma come coprire i buchi contributivi e fare in modo di rendere utili alla pensione le settimane di inattività che non rientrano negli eventi espressamente previsti dalla legge?

“I lavoratori iscritti all’Inps – spiega Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – possono richiedere l’autorizzazione all’Istituto per il versamento dei contributi volontari, ovvero versamenti interamente a carico dell’iscritto, effettuati facoltativamente quando è interrotto o cessato il rapporto di lavoro che ha dato luogo all’obbligo dell’assicurazione Inps Ivs, come invalidità, vecchiaia e superstiti, ed accreditati nella gestione d’iscrizione”.

L’autorizzazione decorre dal primo sabato successivo alla presentazione della domanda e può essere anticipata ai 6 mesi anteriori alla domanda, se non vi sono cause ostative.

“I contributi volontari sono generalmente utili al diritto e all’importo della generalità delle pensioni. Possono essere utilizzati – conclude Pagliuca – sia ai fini del raggiungimento di 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia ordinaria, che per ottenere i 42 anni e 10 mesi di accrediti per la pensione anticipata ordinaria”.