Cina attacca Tokyo: su acqua Fukushima bluffa, è pericolosa

Giappone: anche Pechino scarica in mare acqua da centrali

Roma, 7 lug. (askanews) – Cina e Giappone hanno innescato tra loro una dura polemica sul progetto nipponico di rilasciare acqua trattata dalla centrale Fukushima Daiichi, teatro del peggiore incidente atomico dopo Chernobyl. Ieri il portavoce del governo giapponese Hirokazu Matsuno ha segnalato che anche le centrali nucleari cinesi scaricano in mare acqua con la presenza dell’isotopo radioattivo dell’idrogeno, il trizio, che sarà presente nell’acqua rilasciata da Fukushima. Oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha risposto molto duramente che Tokyo vuol confondere l’acqua proveniente da un incidente nucleare con quella del normale funzionamento delle centrali cinesi.

Presso la centrale di Fukushima sono presenti circa 1.000 serbatoi di acqua utilizzata per raffreddare i reattori nucleari che hanno subito il meltdown nell’incidente innescato dal terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011. Le autorità nipponiche sostengono di non avere più spazio per stoccare questa acqua, che viene trattata presso un impianto definito ALPS per rimuovere i radionuclidi e portarla entro limiti che li renderebbe a loro dire innocui per la salute. Tuttavia questo sistema non è in grado di rimuovere il trizio. Secondo le autorità giapponesi, forti anche di una valutazione dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), questo isotopo radioattivo sarebbe dannoso solo in grandi quantità e quello che verrebbe rilasciato nel Pacifico sarebbe a livelli di diluizione del tutto rassicuranti. Ma la Cina non è affatto d’accordo su questo punto e ha definito per bocca di Wang che l’Aiea è stata “frettolosa” nel diffondere il suo rapporto.

Matsuno ha detto ieri – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo – che “su base scientifica” i 22mila miliardi di becquerel che verranno scaricati in mare sono ben al di sotto della quantità rilasciata dalle centrali della Cina o della Corea del Sud. E nel 2021 la sola centrale cinese di Yangjiang ha scaricato in mare 112mila miliardi di becquerel in trizio.

“Il Giappone confonde l’acqua inquinata dall’incidente nucleare di Fukushima con il normale funzionamento delle centrali nucleari in tutto il mondo: questo è un subdolo cambiamento di concetto e fuorvia l’opinione pubblica. Anche se non sono esperte, non è difficile per le persone comuni immaginare che l’acqua contaminata dal nucleare direttamente a contatto con il nocciolo fuso del reattore nell’incidente nucleare di Fukushima sia fondamentalmente diversa dal normale drenaggio operativo di una centrale nucleare che non non entra direttamente in contatto col nocciolo del reattore”, gli ha risposto Wang Wenbin.

Si tratta – ha detto ancora il portavoce cinese – “di due fonti diverse, con diversi tipi di radionuclidi e con diverse criticità nel decadimento, quindi non confrontabili”. In particolare, ha proseguito Wang, “l’Agenzia internazionale per l’energia atomica non ha valutato l’efficacia e l’affidabilità a lungo termine delle apparecchiature giapponesi per la purificazione dell’acqua contaminata dal nucleare e non può garantire che tutta l’acqua contaminata dal nucleare sarà trattata secondo gli standard nei prossimi 30 anni”.

Inoltre, per il rappresentante cinese, il Giappone sta cercando in tutti i modi di “fare il maquillage” al trizio, facendolo apparire come “innocuo” e inventando “termini pseudo-scientifici come ‘acqua trattata’”. Nei suoi documenti, Tokyo fa una specifica differenza tra l’acqua “contaminata”, che contiene alte quantità di radionuclidi, e quella “trattata” che, post-purificazione, presenta pochi isotopi radioattivi al suo interno. “L’acqua contaminata dal nucleare è acqua contaminata dal nucleare, indipendentemente da ciò che dice la parte giapponese: non si può trasformare l’acqua inquinata in acqua normale e non ci si può sottrarre alle conseguenze e alle responsabilità derivanti dallo scarico di acqua inquinata nel mare”.