Carloni: stop a miele fatto in laboratorio o da paesi terzi

Presidente commissione Agricoltura a manifestazioni apicoltori

Roma, 20 mar. (askanews) – “So quanta fatica hanno fatto gli apicoltori per organizzare questo evento. Dobbiamo ringraziarli perché stanno facendo un favore ai consumatori italiani che devono capire cosa c’è dietro un’etichetta. C’è una grande differenza tra un miele fatto in italia e l’altro miele. Lo sappiamo bene e la commissione è al vostro fianco. Per questo stiamo predisponendo un testo per tutelare la tracciabilità del prodotto”. Lo ha annunciato il presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni a margine della manifestazione degli apicoltori in Piazza Sant’Apostoli a Roma.

Stamattina mille apicoltori in tute gialle hanno partecipato in piazza Santi Apostoli a un sit-in per protestare contro la concorrenza sleale del miele extra UE, in particolare quello cinese, a rischio di adulterazione, non conforme agli standard qualitativi e di sicurezza alimentare. In Italia ci sono 75mila apicoltori nazionali, con 1,6 milioni di alveari alle prese con l’aumento dei costi di produzione in un’annata resa difficile dai cambiamenti climatici.

“La vera battaglia, però – ha detto Carloni – è sui confini europei e deve essere recepita a Bruxelles. Oltre il 70% del miele utilizzato nell’agroindustria proviene dalla Cina. La Lega dice no! Grazie a tutti gli apicoltori italiani”.

“Il miele non può costare 1,5 euro al chilo – ha aggiunto il deputato della Lega Attilio Pierro, componente della commissione Agricoltura, anch’esso presente alla manifestazione – Quello che su molti scaffali viene definito così, non è miele. Sull’etichetta deve esserci scritta la provenienza del miele, in maniera chiara. Perché non vogliamo crescere i nostri figli con il miele cinese. Lo spiegheremo chiaramente alla comunità europea”.