Bce, Lane: serviranno rialzi tassi anche dopo l’aumento di marzo

E terranno conto anche di aggiornamenti a piani bilancio governi

Roma, 6 mar. (askanews) – Il capo economista della Bce, Philip Lane ha ribadito che i tassi di interesse dovranno continuare ad essere aumentati anche dopo il nuovo rialzo che l’istituzione intende effettuare la prossima settimana – per cui l’istituzione ha ripetutamente indicato l’orientamento ad un aumento di 50 punti base – e che la portata di questi incrementi dovrà essere decisa volta per volta sulla base degli sviluppi di una molteplicità di dati. E tra gli elementi che ha indicato, tra quelli che verranno presi in considerazione per “calibrare” i rialzi, ha anche esplicitamente citato gli aggiornamenti ai piani di Bilancio dei governi, che dovranno essere notificati alla Commissione europea entro aprile.

“Le informazioni attuali sulle pressioni dell’inflazione di fondo suggeriscono che sarà appropriato alzare i tassi di interesse ulteriormente dopo la nostra riunione di marzo, mentre l’esatta calibrazione oltre marzo dovrà riflettere le informazioni contenute nelle previsioni macroeconomiche che perverranno, assieme ai dati sull’inflazione e sul meccanismo di trasmissione monetaria”, ha detto intervenendo al Trinity College, a Dublino.

Secondo Lane, “portando i tassi chiave a livelli sufficientemente restrittivi e promuovendo una fase di crescita sotto il potenziale tramite il freno alla domanda, contrasteremo le pressioni di inflazione sul medio termine e assicureremo anche – ha aggiunto – che una prolungata fase di inflazione sopra l’obiettivo non si sedimenti disancorando le aspettative di inflazione”.

Inoltre, sempre secondo le tesi del banchiere centrale la linea restrittiva della Bce farà sì che coloro che fissano i prezzi e coloro che contribuiscono a stabilire le buste paghe saranno consapevoli che rialzi eccessivi su entrambi questi fattori “non saranno sostenibili”.

Più nel dettaglio, per le prossime decisioni sui tassi Lane ha puntualizzato che saranno determinanti i valori registrati dell’inflazione a marzo e aprile, i dati sul Pil del primo trimestre, l’evolversi degli indici sulla fiducia e delle indagini sull’attività delle imprese (inclusi gli indici Pmi), assieme agli aggiornamenti di una serie di inchieste condotte dalla stessa Bce tra analisti monetari, consumatori, previsori professionali e credito bancario. Si terrà conto anche degli sviluppi sul versante dell’occupazione e sulle dinamiche salariali, sulla creazione di nuovo credito bancario, sui tassi di interesse praticati dalle banche e “in relazione alle politiche di bilancio – ha detto – anche egli aggiornamenti ai Programmi di stabilità, che verranno sottoposti dagli Stati (all’Ue-ndr) entro aprile”.

Questa precisazione va inquadrata negli avvertimenti che da mesi la Bce invia ai governi sulla necessità di evitare che le misure di bilancio contrastino con la linea restrittiva della politica monetaria. L’istituzione ha messo nel mirino in particolare i provvedimenti di aiuto contro il caro energia, sostenendo che devono essere temporanei, mirati e che non devono far svanire il disincentivo a consumare meno. E ha ripetutamente avvertito che se così non fosse la politica monetaria potrebbe essere costretta adottare una linea ancor più restrittiva.