Almaviva, sindacati: tragica mancanza di prospettive per 651 lavoratori

“Al Ministero Imprese e Made in Italy clamoroso passo indietro del Governo”

“Il Governo ha fatto un grosso passo indietro rispetto a quanto promesso nei precedenti incontri”. Lo hanno sottolineato i sindacati in un incontro svoltosi ieri al MIMIT e riguardante 651 lavoratori di Almaviva a rischio licenziamento.

Di questi, 428 sarebbero ex dipendenti del servizio ‘1500’, una linea telefonica diretta con i cittadini, attivata dal Ministero della Salute durante l’emergenza Covid-19. Tutti sono stati messi in cassa integrazione a zero ore da febbraio, garantendo un ammortizzatore sociale che non sarà più prorogato oltre il 31 dicembre 2023.

Daniele Carchidi della Slc-Cgil afferma: “La via d’uscita è la riqualificazione professionale attraverso corsi di formazione e il coinvolgimento delle imprese pubbliche. I sindacati lo avevano proposto qualche mese fa e il Governo lo aveva inizialmente accettato, ma ieri il Governo ha disatteso l’impegno”.

I sindacati, stando a quanto comunicato dal Ministero della Salute presente ieri al Tavolo, riferiscono che il servizio ‘1500’ riprenderà in via sperimentale, ma rappresenterà solo il 20% dell’attuale organico di Almaviva: a fornire informazioni e assistenza su diversi temi di sanità pubblica, saranno 80-90 lavoratori, per arrivare a 100 da gennaio 2024.

“Si tratta di una riduzione considerevole rispetto ai 200 equivalenti a tempo pieno di cui si era parlato nei precedenti incontri” – hanno commentato al termine del tavolo Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl-Telecomunicazione – lo stesso giudizio è stato dato per la “totale assenza di proposte per il resto della forza lavoro”.

“Le telecomunicazioni sono soggette a continue innovazioni, come sottolinea Carchidi, e in questo settore non possiamo permetterci di non investire in formazione e riqualificazione. Come sindacati, sappiamo come negoziare in anticipo gli effetti della digitalizzazione, ma abbiamo bisogno di negoziatori affidabili e lungimiranti da parte di aziende e organizzazioni”.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sollecitato dai sindacati, aggiornerà il Tavolo di confronto a breve. Il comunicato sindacale conclude: “Ma senza la volontà politica del Governo, il percorso di ricollocazione (quasi fattibile) si trasformerà in un dramma occupazionale”.

Ciro Di Pietro

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