AAA lavoratori cercasi

La ricerca Unioncamere-Anpal evidenzia i settori che hanno dovuto fronteggere una significativa carenza di manodopera

L’anno che si è appena concluso è stato molto difficile per le imprese italiane che hanno dovuto fronteggiare una significativa carenza di manodopera.

A delineare un quadro preciso è il documento di ricerca “Previsioni dei fabbisogni occupazionali professionali in Italia a medio termine”, sviluppato dal “Sistema Informativo Excelsior” di Unioncamere e Anpal su un arco temporale di cinque anni, dal 2022 al 2026.

“Il vuoto che caratterizza il mondo del lavoro si è manifestato durante i click day di dicembre. Nonostante l’arrivo di 136.000 nuovi lavoratori regolati dalla legge sui flussi migratori – spiega Luigi Pagliuca, presidente della Cnpr – le richieste hanno superato le 600.000 unità. Un fenomeno, che ha contribuito allo stallo del settore produttivo nel 2023, con 5,5 milioni di contratti di lavoro rimasti inutilizzati”.

A risentire di più della carenza di personale sono l’industria metallurgica (58,4%), l’edilizia (57,6%) e il comparto legno e mobile (57,1%).

“Un quadro che non migliorerà nel 2024. Le stime di Confindustria – prosegue Pagliuca – indicano la necessità di 508.000 nuovi addetti nel settore manifatturiero, coprendo al massimo il 45%, mentre l’Ance prevede la necessità di 65.000 nuovi addetti per gli investimenti del Pnrr, oltre a 150.000 lavoratori per il settore delle case green. Solo l’agricoltura sembra poter sperare di compensare la carenza attraverso flussi migratori”.

Il mismatch tra domanda e offerta è aggravato dalla scarsa corrispondenza tra percorsi formativi e le professioni richieste e dalla costante riduzione della popolazione attiva nel Paese.