Vino, Manetti: sistema e filiera del Chianti Classico sono solidi

Presidente Consorzio: avanti con vini territoriali, unici e inimitabili

Firenze, 15 feb. (askanews) – “Nel 2023 abbiamo prodotto meno, ma abbiamo prodotto un vino di altissima qualità, che è la cosa più importante, perché è solo con i grandi vini che si riesce ad intercettare l’attenzione dei consumatori. Come quasi tutte le altre Denominazioni, anche noi abbiamo registrato una flessione nelle vendite intorno al 10%, dovuta però essenzialmente a fenomeni fisiologici di riduzione delle scorte e infatti si è concentrata soprattutto sui mercati esteri. Si confermano invece le quantità vendute al consumatore finale in linea con quelle degli anni precedenti, quindi è tutto sotto controllo”. Lo ha detto il presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti, all’apertura della 31esima edizione della due giorni “Chianti Classico Collection” alla Stazione Leopolda di Firenze.

“Negli ultimi quattro anni abbiamo venduto più di quello che abbiamo prodotto, quindi non abbiamo scorte eccedenti, e questo permette l’ulteriore crescita del valore della Denominazione, con un prezzo medio della bottiglia di Chianti Classico che è cresciuto l’anno scorso del 7% (+13% sul 2021), quindi più dell’inflazione” ha continuato Manetti, sottolineando che “questo va a tutto vantaggio della remunerazione del lavoro dell’agricoltore, perché il nostro obiettivo ultimo deve essere quello di garantire la remunerazione a tutti i soggetti della filiera, dal più grande al più piccolo. Questo aumento c’è stato anche per le uve e il vino sfuso, quindi il sistema e la filiera del Chianti Classico stanno funzionando e mostra grande solidità ed equilibrio nel rapporto tra domanda e offerta”.

In merito all’exploit della tipologia Gran Selezione “che sta contribuendo in maniera sempre più significativa alla valorizzazione del Chianti Classico”, Manetti ha sottolineato che “i numeri oramai rasentano i due milioni di bottiglie, e si trovano oramai nelle carte dei vini dei ristoranti più importanti e nelle cantine dei collezionisti: grazie alla Gran Selezione migliorano il posizionamento e la reputazione della Denominazione”.

Sulle undici Unità geografica aggiuntiva (Uga) che dall’anno scorso possono essere scritte in etichetta, il presidente ha evidenziato che “la loro portata va ben oltre il trovare in etichetta il nome del Comune o delle frazioni, perché per noi viticoltori ha significato un cambio di mentalità e di passo, una filosofia nuova che è quella di produrre vini territoriali, capaci di incorporare i profumi, i sapori e i saperi del luogo dove insiste il vigneto che ha dato origine a quella bottiglia di vino”. “Questo – ha concluso – è l’unico modo per riuscire a produrre vini unici e inimitabili e con un’anima, ed è una direzione ben chiara che abbiamo intrapreso tutti noi e che ci sta dando grandi soddisfazione”.