Vino, cerimonia Premio Masi: vincitori firmano botte di amarone

La 42esima edizione è stata dedicata al tema “Radici e Prospettive”

Milano, 28 ott. (askanews) – Si è tenuta nella serata di venerdì 27 ottobre nella Cantina della celebre azienda vitivinicola della Valpolicella (Verona), la cerimonia della tradizionale firma della botte di Amarone da parte dei vincitori della 42esima edizione del Premio Masi, alla presenza di Isabella Bossi Fedrigotti, Sandro Boscaini e Marco Vigevani, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario della Fondazione Masi.

La cerimonia della firma, simbolo della presa di possesso del vino contenuto nella botte che costituisce l’oggetto del riconoscimento, ha avuto come protagonisti per il “Premio Masi Civiltà Veneta”, il lessicografo di fama internazionale Mario Cannella, lo scienziato padre dell’ecoidrologia Andrea Rinaldo, e Stevanato Group, storica azienda veneziana produttrice leader di contenitori di vetro per medicinali. Per il “Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino” hanno partecipato invece Yuko e Shin Kibayashi, autori giapponesi dell’originale manga “Le gocce di Dio” sulla cultura enologica. Il “Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano” è andato invece alla regista iraniana Rakhshan Banietemad, per l’impegno nel suo Paese per la promozione dei diritti umani, in particolare i diritti civili delle donne. A margine della cerimonia, la regista ha ringraziato per il riconoscimento ricevuto, spiegando che “questo premio appartiene a coloro, in primis donne, la cui vita è stata per me fonte d’ispirazione per le mie opere: affiderò questo premio al Museo del Cinema iraniano, in onore e in memoria del maestro del cinema iraniano Dariush Mehrjui”.

“Per questa edizione, dedicata al tema ‘Radici e Prospettive’ abbiamo voluto unire due termini in contraddizione tra loro per rappresentare, anche attraverso i nostri premiati, quella che ritengo l’unica via possibile per salvaguardare le nostre preziose tradizioni e poter guardare in prospettiva, con fiducia” ha spiegato Isabella Bossi Fedrigotti, sottolineando che “l’ancoraggio alle radici non può essere una catena che inibisce il cambiamento, ma piuttosto la certezza di avere una linfa che alimenta l’esplorazione di strade nuove”.

“Non è stato difficile selezionare le personalità che rappresentassero al meglio un tema di forte attualità come quello scelto quest’anno: la capacità di guardare al futuro con prospettiva, senza dimenticare le radici storiche e culturali” ha affermato il vicepresidente della Fondazione e presidente di Masi, Sandro Boscaini, evidenziando che “con i cambiamenti in atto, anche quelli più drammatici a cui purtroppo stiamo assistendo in questi giorni, è fondamentale avere una prospettiva, che non deve per forza essere qualcosa di nuovo, ma deve rappresentare quella linfa e la forza di tornare alle radici per dare nuovi frutti”.