Unrae, Crisci: servono incentivi, effetto attesa pesa su Bev e Phev

Quote mercato rispettivamente al 3,4% e 3,2%. Eliminare price-cap

Milano, 1 mar. (askanews) – “Stiamo aspettando la pubblicazione del Dpcm che renderà operativi i nuovi incentivi 2024, la cui entrata in vigore ormai annunciata da mesi sta generando una paralisi delle vendite di auto a zero o bassissime emissioni. Come più volte ribadito, auspichiamo che gli incentivi siano pienamente operativi quanto prima, per scongiurare il protrarsi ulteriore di questo negativo effetto attesa”. Così il presidente dell’Unrae Michele Crisci, commentando i dati delle immatricolazioni di febbraio: +12,8% a 147.094 unità.

L’effetto attesa è evidente sui risultati delle immatricolazioni di auto Bev (elettriche) e Phev (plug-in). Seppure in rialzo rispetto a gennaio, a febbraio le Bev si fermano a quota 3,4% e le Phev al 3,2% del totale mercato.

“Riguardo al nuovo schema – aggiunge Crisci – apprezziamo che siano state accolte molte delle richieste dell’Unrae, come l’innalzamento degli incentivi unitari e l’inclusione delle persone giuridiche con bonus ad importo pieno; ma per contribuire ad un effettivo slancio dell’elettrico è necessario eliminare il price-cap sulla fascia 0-20 g/Km, o quantomeno allinearlo a quello della fascia 21-60 g/Km”.

“La possibilità di ottenere il bonus per l’acquisto di auto elettriche che rientrano in quel tetto di prezzo – spiega Crisci – esclude di fatto dall’incentivo le imprese che utilizzano principalmente vetture di fascia superiore, in evidente contraddizione rispetto all’obiettivo della decarbonizzazione. Si tratta di aspetti che speriamo vengano corretti prima della pubblicazione del Dpcm”.

Per riallineare la distribuzione dei fondi ai nuovi importi unitari, l’Unrae si augura inoltre che quelli avanzati nel 2023 vengano in corso d’anno allocati sulla fascia 0-20 g/Km, mentre per il futuro l’auspicio è che ci sia da subito una pianificazione degli incentivi con un orizzonte di 2/3 anni, per consentire a consumatori e imprese di programmare gli acquisti e per evitare che lo stop & go generi il solito effetto distorsivo sul mercato.

Michele Crisci conclude il commento alle immatricolazioni di febbraio, richiamando l’urgenza di intervenire sulla fiscalità delle auto aziendali in uso promiscuo (agendo su detraibilità Iva e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni), attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale. Occasione irrinunciabile per superare una penalizzazione che affligge da decenni le imprese italiane di tutti i settori merceologici e per rilanciare un settore che, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, è in grado di accelerare il rinnovo del parco circolante.