Unimpresa: smart working in 26 contratti e in 177 accordi aziendali

Riunione dell’Osservatorio Lavoro Agile al Ministero del Lavoro

Lo smart working è regolato da 26 contratti collettivi nazionali e in 177 accordi aziendali. Lo riferiscono le aziende presenti alla riunione dell’Osservatorio Lavoro Agile al Ministero del Lavoro, che ha anche avviato un sondaggio per valutare l’esperienza in quest’area tra dipendenti e dirigenti Microsoft a livello globale.

Unimpresa, evidenzia che dall’analisi della contrattazione collettiva e contratti di secondo livello, lo smart working è pensato come punto di riferimento nel welfare aziendale, le principali tematiche legate ad esso sono il diritto alla disconnessione, la privacy, l’orario di lavoro e la retribuzione.

I risultati della riunione dell’Osservatorio mostrano che mentre questioni come l’orario di lavoro e le retribuzioni devono essere definite nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale e aziendale, le questioni relative alla protezione dei dati sono già regolamentati in ambito aziendale.

Quanto al controllo da remoto del lavoratore, è stato ritenuto opportuno un ulteriore approfondimento in relazione al rispetto della legge 300 del 1970 (art. 4) e comunque l’Osservatorio si propone di predisporre un regolamento generale con indicazioni oggettive.

Lo smart working è prima di tutto un cambiamento culturale nel mondo del lavoro e, come spesso accade, alcune aziende stanno spingendo l’uso di questo strumento, mentre altre sono più riflessive e colgono meno opportunità.

Non è raro che il personale responsabile ritardi l’introduzione e l’utilizzo di questo strumento di lavoro. Quest’ultimo atteggiamento è spesso dovuto alla perdita del riferimento nel campo dell’organizzazione aziendale del lavoro.

Ciro Di Pietro