Turismo, con Fucina Madre alla scoperta della Matera più autentica

L’expo “mosaico” delle opere di 44 artigiani, artisti e scultori

Matera (askanews) – C’è anche il desiderio di far conoscere l’identità e le radici più profonde del territorio dietro le opere di 44 artigiani-artisti materani esposte in uno del luoghi storici della città dei Sassi, il convitto Le Monacelle. Nei cinque giorni l’esposizione “Fucina Madre”, l’evento organizzato dall’Apt e Regione Basilicata, ha attratto turisti, cittadini e appassionati attorno a un mosaico di pezzi unici, frutto della reinterpretazione creativa della tradizione lucana: dalla ceramica all’arte orafa, dalla lavorazione del legno ai tessuti, dall’arte digitale al recupero delle tradizioni manifatturiere.Fucina Madre è un crogiuolo dell’eccellenza locale che punta non solo a offrire al turista aspetti della vita quotidiana e della cultura di Matera in maniera più profonda e meno scontata ma anche a rivitalizzare un settore del mondo produttivo che cerca nuovi sbocchi di mercato. L’evento, giunto alla terza edizione, ha tra gli obiettivi quello di contribuire a gestire la rapida trasformazione della città, alla costante ricerca di un equilibrio tra l’impetuoso sviluppo turistico degli ultimi anni e il rischio di offuscamento della propria identità.Palmarosa Fuccella, ideatrice e curatrice di Fucina Madre: “L’idea è nata nel 2017. Il mio desiderio era quello intanto di riuscire finalmente a creare un format che desse visibilità alla straordinaria produzione artigiana che la Basilicata ha. Perché noi abbiamo una tradizione in tantissimi comparti produttivi: da quelli della ceramica, la lavorazione del ferro a quella del legno che nel tempo si è evoluta. Ma mancava un luogo, un format che riuscisse a mettere insieme un progetto integrato, che riuscisse a mettere insieme gli artigiani e soprattutto che potesse collegare la produzione di questi manufatti di grande valore anche narrativo con la promozione territoriale, con la promozione del paesaggio”.A livello nazionale, il giro d’affari attorno al mercato dei souvenir è di 700 milioni di euro. In che modo l’artigianato artistico può contribuire allo sviluppo delle località turistiche? Elisa Guidi, coordinatrice di Artex: “L’artigianato artistico è un elemento che è molto ricercato da i turisti e anche dai tour operator e anche dai giornalisti specializzati proprio perché contribuisce a dare un’immagine più identitaria dei luoghi, a suggerire delle esperienze delle modalità di visita che si discostano un po’ da quelle che vengono realizzate abitualmente. Oltre al fatto di vedere comunque una realtà che è espressione della tradizione storica artistica e anche sociale dei territori stessi”.Nell’era digitale e della dematerializzazione, cambia il rapporto tra le persone e le cose. E gli oggetti della vita di tutti i giorni, osservano gli esperti, diventano in qualche modo familiari, quasi “amici”. Sono i souvenir del XXI secolo. Christian Caliandro, storico Arte contemporanea Accademia di Firenze: “Possiamo intendere il souvenir come un oggetto amico perché di fatto fa parte di quegli oggetti con cui noi stabiliamo una relazione di tipo proprio affettivo, sono gli oggetti che ci accompagnano, che catalizzano le nostre emozioni, i nostri ricordi. Sono gli oggetti che ci salutano quando usciamo di casa e che ci accolgono quando ritorniamo e questo è ancora più importante oggi perché, come ci dice Byung-chul-an le cose di cui stiamo parlando cioè questi oggetti ancora noci ancorano all’essere Mentre invece le informazioni digitali costituiscono solo un semplice costante input che però poi svanisce Immediatamente dopo”.Grazie anche agli spettacoli, le performance e i concerti nel programma di Fucina madre, hanno risposto in quasi cinquemila all’iniziativa, in un fine settimana di maggio da tutto esaurito per la capitale europea della Cultura 2019.