Trentodoc: il vino diventa ambasciatore di un intero territorio

Strategia per coesione sociale, sviluppo, e promozione turistica

Trento, 22 set. (askanews) – Trasformare un vino in ambasciatore di un territorio multiforme e complesso come quello montano, rendendolo un volano economico non solo per le attività agricole, ma anche per quelle turistiche.La DOC Trento, che identifica gli spumanti trentini, compie 30 anni. E la suggestiva scommessa di produrre bollicine d’eccellenza fra le valli montane è oggi una realtà consolidata. In crescita anno dopo anno. “I numeri del Trentodoc sono presto fatti – dice Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trentodoc – Tredici milioni di bottiglie vendute oltre 180 milioni fatturato con una crescita costante negli ultimi 10 anni che ci ha visto raddoppiare i volumi e quasi triplicare i fatturati”.La seconda edizione del Trentodoc Festival è quindi l’occasione per scoprire non solo le migliori bottiglie delle 67 case spumantistiche trentine, ma anche per capire cosa serve per affermarsi in un mercato complesso e affollato com’è quello del vino.”L’Istituto Trentodoc dieci anni fa ha iniziato un percorso per l’attività di promozione – prosegue Zanoni – Un percorso portato avanti con coerenza, facendo scelte che hanno pagato, quali focalizzarsi inizialmente sugli addetti lavori, come l’Associazione italiana sommelier o Master in Wine, e quindi creare la notorietà e la promozione del marchio attraverso gli addetti ai lavori”.Il successo economico e di notorietà del Trentodoc è però una buona notizia anche dal punto di vista ambientale e sociale. Perché la viticoltura permette di curare il territorio, mettendolo al riparo dai danni che spopolamento e dissesto idrogeologico inevitabilmente causerebbero”La viticoltura è un modo per curare il territorio – conferma il presidente dell’Istituto Trentodoc – In Trentino ci sono oltre 10 mila ettari di terreno vitato, in gran parte afferenti ai cooperative che hanno permesso anche ai produttori con la superficie anche di poco superiore all’ettaro di poter sopravvivere e garantire sia una tenuta in territorio sia tenuta sociale”.Le bollicine di montagna e le cantine vinicole stanno poi diventando un vero e proprio asset turistico. Permettendo di far aumentare il numero di visitatori, distribuendoli lungo tutto l’anno e confermando l’importanza del legame tra buona agricoltura e turismo.”Questo è il nostro obiettivo – conferma Giulia Zanotelli, assessore all’ Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento – Quindi: puntare alla promozione del territorio attraverso le produzioni e viceversa, cercando anche di valorizzare quello che appunto l’aspetto enoturistico e questo l’abbiamo fatto anche tramite un nuovo regolamento o con investimenti che mirano ad aumentare la qualità delle nostre strutture”.