Sindacato, priorità lotta precariato ma scarsa adesione giovani

Presentata ricerca Ipsos all’assemblea organizzativa della Cisl

Roma, 6 dic. (askanews) – Per gli italiani la lotta al precariato, seguire le persone nel percorso lavorativo (passaggio scuola-lavoro, cambio di lavoro, formazione continua, passaggio lavoro-pensione) e il rinnovo dei contratti sono i problemi più urgenti che il sindacato dovrebbe affrontare. E’ quanto rileva una ricerca Ipsos realizzata per la Cisl (“Quale domanda sociale dopo la crisi”) presentata da Nando Pagnoncelli nel corso dell’assemblea organizzativa della confederazione. Il sondaggio è stato realizzato presso un campione di individui residenti sul territorio italiano dai 18 anni in su secondo genere, età, livello di scolarità, condizione lavorativa e zona di residenza. Sono state realizzate 2.200 interviste (su 8.675 contatti) tra il 19 settembre il 2 ottobre 2023. La lotta al precariato è stata la prima risposta con il 18% del campione intervistato (33% nel totale delle citazioni). Gli italiani si dicono d’accordo (molto d’accordo il 36%, abbastanza d’accordo il 36%, poco d’accordo il 12%) con l’opinione che i sindacati dovrebbero tutelare di più i diritti dei lavoratori marginali (giovani e immigrati con contratti precari). Il motivo principale di iscrizione a un sindacato è ricevere un aiuto nella difesa dei propri diritti e interessi (40% come prima citazione, 56% del totale delle citazioni). Sono tuttavia importanti i servizi che un sindacato offre nel disbrigo di pratiche burocratiche, fiscali e legali (15% prima citazione, 39% nel totale delle citazioni). La ricerca parla di una ridotta adesione dei giovani al sindacato rispetto alle generazioni precedenti. La ragione principale sta nella percezione dei giovani che i sindacati non rappresentino adeguatamente le loro esigenze e aspettative (26%). Ma tra le cause della ridotta adesione dei giovani al sindacato c’è anche la generale mancanza di fiducia nelle istituzioni: la presa di distanza dal sindacato ricalca la generale presa di distanza dei giovani da tutte le istituzioni (22%). Il sindacato per prima cosa dovrebbe focalizzarsi maggiormente sulle questioni che interessano i giovani, come per esempio occupazione precaria, contratti a termine e basse retribuzioni (23% come prima risposta, 39% nel totale delle citazioni). I giovani chiedono anche servizi specifici, per esempio consulenza e supporto legale, orientamento professionale, formazione e opportunità di networking (15% prima citazione, 32% nel totale delle risposte). “Abbiamo realizzato una grande ricerca per capire qual è il clima sociale in questo Paese – ha detto Pagnoncelli – quali sono le aspettative nei confronti del sindacato. Emerge che le policrisi stanno generando un livello di preoccupazione largamente diffuso tra i cittadini. E’ una situazione nella quale il cittadino si ripiega in difesa e si sente vulnerabile. In questo contesto abbiamo voluto approfondire quali sono le aspettative nei confronti del sindacato è come sta cambiando il rapporto con il lavoro. Emerge l’aspettativa di potere avere un equilibrio tra vita personale e lavorativa. Stanno cambiando le priorità, nella vita complessiva l’attenzione che il singolo dedica alle sue relazioni affettive ristrette. Questo può indurre a un ripiegamento difensivo. In questo contesto qual è lo spazio che può occupare il sindacato? Rafforzare l’elemento legato alla difesa dei diritti e delle tutele. Ma si apre anche uno spazio enorme: della prossimità e dell’ascolto. C’è un bisogno di accompagnamento, una presenza in grado di rispondere a preoccupazioni che talora esulano dall’ambiente di lavoro – ha aggiunto – c’è l’esigenza di avere un punto di riferimento. I giovani vogliono conoscere di più il sindacato. Per esempio tra le diverse forme di comunicazione i giovani privilegiano l’idea che il sindacato entri nelle scuole per raccontare cosa fa. E si aspettano che il sindacato li accompagni nel corso di tutta la vita lavorativa”.