Sbarra: salario minimo va fatto con contratti, non con una legge

Altrimenti rischiamo di creare alibi e pretesti per le imprese

Bologna, 1 lug. (askanews) – “Noi pensiamo che il salario minimo in questo paese vada fatto, ma con i contratti non con la legge. Perché rischiamo di creare alibi e pretesti alle imprese che a quel punto possono decidere di uscire dall’applicazione dei contratti, attestarsi rigorosamente sul rispetto della soglia indicata dall’eventuale legge e determinare una spirale verso il basso della dinamica delle retribuzioni”. Lo ha detto il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, al Festival del Lavoro, organizzato dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro a Bologna.”Noi abbiamo – e lo dice la direttiva dell’Ue – un patrimonio di relazioni sindacali e contrattuali in Italia unico in Europa” ha ricordato Sbarra. “Ecco perché, come dice la stessa direttiva dell’Ue per l’Italia, bisogna incoraggiare, rafforzare ed estendere la contrattazione; si prenda a riferimento il trattamento economico complessivo dei contratti più diffusi applicati nei settori di riferimento o in quelli prossimi – ha aggiunto il segretario Cisl – e questo si faccia valere per tutti. Per noi la via contrattuale è la migliore e possibile soluzione per rispondere a questo tema del giusto salario del lavoro dignitoso”.”Tra l’altro – secondo Sbarra – con i 166 contratti sottoscritti in questo paese noi copriamo il 98% delle attività economiche e assicuriamo tutela ai lavoratori. Prendiamo a riferimento questo impegno, rafforziamo, investiamo, scommettiamo sulla contrattazione e riusciremo a migliore la condizione salariale che non dipende solo dai contratti: noi dobbiamo fare una politica di crescita salariale in questo paese, che significa tagliare le tasse, recuperare produttività per poterla redistribuire e avviare una dinamica di crescita e di sviluppo”.