Rovagnati: risparmi da cogenerazione ma costi energia decuplicati

Picco storico anche prezzi carni nazionali, inevitabile aumentare prezzi

Milano, 14 nov. (askanews) – Gli impianti di cogenerazione installati negli stabilimenti Rovagnati di Biassono, Villasanta, Arcore e Felino hanno consentito al gruppo alimentare brianzolo di autoprodurre oltre il 65% del fabbisogno di energia elettrica dei siti produttivi, recuperando calore utile per le utenze industriali e per la rete di teleriscaldamento di Monza, dove coprono il fabbisogno di 31 condomini di grandi dimensioni. Oggi questa scelta energetica partita diversi anni fa, che combina produzione di energia elettrica e calore, si è rivelata lungimirante a fronte dei rincari energetici, soprattutto perchè consente di ottimizzare: “Producendo energia elettrica e calore risparmiamo sull’uso di gas – ha spiegato Gabriele Rusconi, managing director e board member di Rovagnati – Questi sistema ci permette di risparmiare un 10-15% totale, ma la situazione è difficile. Questa estate è stata la più calda ultimi anni; ci sono stati due gradi in più e c’è stato un aumento dei consumi di elettricità e gas volume del 15%”.

Il fronte energetico come per molte aziende dell’agroalimentare è piuttosto caldo: “Nel nostro caso il costo di energia e gas nella seconda parte dell’anno è decuplicato – ha spiegato Rusconi – prima il costo energetico incideva meno del 2%, negli ultimi mesi ha superato 12%. E quando l’Ebitda è contenuto si può immaginare cosa succede: questo è un momento molto difficile per noi”. Accanto ai rincari dell’energia c’è anche l’aumento delle materie prime: “Il prezzo della materia prima nazionale non è mai stato così alto – ha lamentato Rusconi – è il picco più alto della storia: 5,7 euro al chilo il prezzo della carne Dop, se consideriamo che il prodotto deve essere disossato e pulito la resa arriva al 50% e il costo effettivo sale già agli 11-12 euro”.

Questo rincari, che erodono i margini, inevitabilmente dovranno essere scaricati a valle. “In generale durante il 2022 abbiamo fatto un aumento dei prezzi di circa il 5% che non necessariamente è stato scaricato sul consumatore – ha precisato il general manager – ora stiamo rinegoziando i nuovi contratti con la grande distribuzione e ci saranno nuovi aumenti”. Di quanto, per ragioni di riservatezza, però, Rusconi non l’ha detto.