Rottamazione, Stellato e Bertoldi (Istituto Friedman): “Rivedere proroga e riapertura, per evitare di ‘strozzare’ migliaia di italiani e perdere gettito”

“Sulla rottamazione delle cartelle riteniamo che non vi sia alcun motivo valido per non adottare un provvedimento che consenta di sanare la rata di ottobre entro la scadenza di novembre.

Questa sarebbe una misura sensata visto che il fine per lo Stato dovrebbe essere quello di incassare i propri crediti e non quello di strozzare i cittadini, molte persone aspettano questa notizia per pagare entrambe le rate.

Inoltre, ci sono migliaia di contribuenti che hanno pagato in ritardo e che desiderano sapere se il ritardo della prima rata ha determinato la decadenza del piano di rottamazione, rendendo inutile il pagamento della seconda rata”.

Lo affermano Ezio Stellato e Alessandro Bertoldi, rispettivamente direttore per le Politiche Fiscali  e direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman.

“Ricordiamo che nella maggior parte dei casi chi non ha pagato la prima rata di una rottamazione, deve conseguentemente pagare l’intero debito in una soluzione unica.

Molti dei ritardi nei pagamenti, inoltre, sono dipesi da malfunzionamenti del sistema, probabilmente non dovuti a PagoPa, ma piuttosto a intermediari come banche, poste o altri soggetti abilitati, che hanno registrato dei ‘buchi’.

Tuttavia – aggiungono – , ciò non dovrebbe penalizzare il contribuente, che avrebbe il diritto di rivalsa anche se comprendiamo quanto possa essere complicato far valere tale diritto contro il fornitore del servizio che ha causato il ritardo, facendo perdere il beneficio della definizione agevolata soltanto per qualche giorno di ritardo.

I numeri sono i seguenti: nella migliore delle ipotesi statistiche, se 3,8 milioni di italiani avessero aderito e se si volesse considerare un margine d’errore del 1%, si potrebbe presumere che 38.000 italiani non abbiano ricevuto l’avviso di pagamento della rottamazione.

Sono stati lanciati numerosi appelli sui social e diversi rappresentanti di categoria hanno sollecitato un’attenzione a questa problematica.

Il nostro approccio – rimarcano Stellato e Bertoldi – è liberale e liberista, uno Stato che preferisce ‘strozzare’ i cittadini piuttosto che consentire loro di pagare i propri debiti, quando hanno già manifestato questa volontà, è distante dalla nostra concezione.

Sosteniamo l’eliminazione delle scadenze e la concessione della possibilità di affrontare la rata precedente entro quella successiva.

Teniamo, inoltre, conto del fatto che a causa della pandemia mondiale e dei conflitti, i costi della benzina e dei beni di consumo sono aumentati, tra l’altro in uno dei Paesi che registra già una delle pressioni fiscali più alte al mondo.

Consideriamo la prima e la seconda rata, pari al 20% del debito rottamato, come una prova significativa per i portafogli degli italiani anche a distanza di 30 giorni.

In uno dei Paesi dove si pagano più tasse al mondo, dove la pressione fiscale aumenta da almeno un decennio, non essere flessibili significa danneggiare l’economia italiana e per lo Stato non incassare mai più decine di milioni di euro crediti.

Si è parlato spesso di fisco amico, ma siamo ancora molto distanti da questa concezione”.