Rottamazione-quater, la decadenza ‘incatena’ i contribuenti

I contribuenti decaduti non possono richiedere il rateizzo delle cartelle incluse nell’istanza di rottamazione

Una situazione quasi paradossale è quella che stanno vivendo i contribuenti che sono decaduti dalla rottamazione-quater, che oggi si trovano in una situazione di ‘stallo’ e non hanno la possibilità di estinguere i propri debiti.

Ricordiamo che la misura permetteva di estinguere i debiti derivanti dai carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, senza dover corrispondere interessi, sanzioni e altre somme accessorie.

Il termine ultimo per la presentazione dell’istanza era fissato al 30 giugno 2023.

“Nel caso in esame, l’esito della richiesta avanzata è pervenuto al contribuente istante entro il 30 settembre 2023. Le somme dovute – spiega Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale Commercialisti – andavano poi versate entro il 31 ottobre 2023 o, in caso di rateizzazione, in un massimo di 18 rate”.

“Alcuni contribuenti però, nonostante ci fossero cinque giorni di tolleranza e una mini-sanatoria introdotta dal Decreto Anticipi – prosegue Cuchel – sono decaduti dai benefici della rottamazione, perdendo l’opportunità di regolarizzare i propri debiti in modo agevolato”.

Ad oggi, l’ostacolo principale consiste nel fatto che i contribuenti decaduti non possono richiedere il rateizzo delle cartelle incluse nell’istanza di rottamazione, a causa di un “blocco” delle procedure dell’agente della riscossione.

Inoltre, le cartelle oggetto della rottamazione sono ferme allo stato di “sospeso”, il che rende impossibile ai contribuenti presentare una nuova richiesta di rateizzazione ordinaria ex articolo 19 del DPR 602/1973 per sanare la propria posizione.