Regali in cambio di appalti, a Pozzuoli “disinvolto malaffare”

Fulcro inchiesta procura di Napoli riqualificazione Rione Terra

Napoli, 15 gen. (askanews) – Regali, soldi e altri vantaggi in cambio di appalti al Rione Terra di Pozzuoli, rocca che domina l’omonimo golfo e antico cuore pulsante della città flegrea alle porte di Napoli, sgomberata gli scorsi decenni a causa del bradisismo e da qualche anno tornata ai vecchi splendori per una serie di ristrutturazioni e opere di riqualificazione. E’ quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura partenopea e condotta dalla polizia e dalla Guardia di finanza che ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari disponendo il carcere per l’ex sindaco Vincenzo Figliolia, l’ex dirigente nazionale del Pd, ex assessore e dirigente della Regione Campania, Nicola Oddati, l’ex presidente dell’Enit Giorgio Palmucci e l’imprenditore Salvatore Musella. Al centro delle indagini l’affidamento delle opere utili alla valorizzazione del Rione Terra e alla sua promozione turistico-culturale e la realizzazione di un complesso ricettivo, nella forma del cosiddetto albergo diffuso, oltre ad attività commerciali, locali per la ristorazione e botteghe di artigiani. Una gara che, secondo quanto ipotizzato da chi ha condotto l’inchiesta, sarebbe stata falsata per agevolare alcuni degli indagati, aiutati da politici e amministratori pubblici. Quello che è emerso è “uno spaccato di disinvolto malaffare radicato intorno al Comune di Pozzuoli e in altri luoghi per assicurare corsie preferenziali nell’aggiudicazione di appalti pubblici”, scrive il gip di Napoli Antonio Baldassarre nell’ordinanza. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Napoli e condiviso dal gip, si sarebbe creato un “comitato di affari” che si sarebbe “adoperato per organizzare tutte le attività necessarie per far aggiudicare la concessione del Rione Terra”, in una logica “assolutamente funzionale a far ottenere la concessione alla cordata creata da Musella e, infine, gestire le procedure di gara, il suo sviluppo e i suoi esiti, il tutto sempre nella medesima logica”. Secondo l’ipotesi accusatoria, Figliolia, allora sindaco, avrebbe ricevuto la promessa di somme di denaro e dell’assunzione di persone a lui gradite nelle società di Musella che voleva aggiudicarsi la concessione “ad ogni costo”. L’imprenditore, secondo il gip, “si era adoperato con ogni mezzo per avvicinare i vertici dell’ente locale comunale e assicurarsene in questo modo la collaborazione”. Dall’ordinanza si evince che Palmucci, invece, si sarebbe adoperato per cercare potenziali partner ‘amici’ da affiancare alla società vincitrice mentre Oddati era considerato una sorta di “fiduciario” di Musella nella ricerca di “relazioni e contatti illeciti”. L’imprenditore sarebbe stato pronto “a pagare sia delle somme periodiche in denaro” all’ex dirigente dem sia ad “assecondare ogni sua richiesta, dalle automobili ai soggiorni alberghieri, dai conti del sarto ai lavori a casa della compagna”.