Putin evoca “scontro globale” ma promette: ‘cercheremo di evitarlo’

Giorno Vittoria sulla Piazza rossa tra minacce e propaganda

Milano, 9 mag. (askanews) – Tra minacce e propaganda, la Russia ha organizzato anche quest’anno la sua parata militare del Giorno della Vittoria mentre la guerra in Ucraina continua e i toni della dialettica del confronto con l’Occidente si fanno sempre più minacciosi. “La Russia farà di tutto per impedire uno scontro globale, ma non permetteremo a nessuno di minacciarci”, ha detto in modo molto diretto il presidente russo Vladimir Putin dal suo podio nella Piazza rossa, con le spalle rivolte al muro del Cremlino. E nelle sue parole si è sentita l’eco delle feroci polemiche degli ultimi giorni generate dall’intervista del capo di stato francese Emmanual Macron su un’eventuale partecipazione sul campo di Paesi occidentali nel confronto Mosca-Kiev. “Le nostre forze strategiche sono sempre in allerta”, ha aggiunto Putin, nel suo messaggio che ha mischiato la classica retorica del ricordo degli eroi della II guerra mondiale, con quella più nuova, che pone allo stesso livello chi è stato ora mandato a combattere da Mosca in Ucraina.

Putin, comandante in capo delle forze armate russe, ha passato in rassegna personale (oltre 9 mila uomini e donne) e mezzi (70) per la 21esima volta, in quello che è il suo 25esimo anno al potere, all’inizio di un quinto mandato presidenziale che durerà 6 anni. Ma ha dovuto ammettere che il Paese sta attraversando un “periodo difficile” e la parata a ranghi ridotti ha potuto mostrare un solo carro armato oltre ad altri mezzi blindati e lanciamissili.

Numerosi attaggiamenti del leader russo sono un chiaro ammiccamento alla sensibilità popolare, nell’odierno bagno di folla. Non ultimo il continuo parlottare con il veterano Yevgeny Kuropatkov, seduto accanto a lui, che ha combattuto a Stalingrado e vicino a Leningrado durante il secondo conflitto mondiale. E che rappresenta meglio di altri un elemento unificatore del sentire comune russo e un richiamo alla immensa sofferenza e al sacrificio.

IL FREDDO E LA GUERRA

L’evento annuale del 9 maggio commemora la vittoria sovietica sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale. La tv di stato ha trasmesso ogni momento della sfilata, sotto una neve ormai poco usuale in questo periodo dell’anno, persino per Mosca. I militari non a caso indossavano la divisa invernale.

Ma la parata è sempre un’opportunità non solo per lo sfarzo e l’orgoglio, ma anche per la propaganda, con il Cremlino sempre più desideroso di tracciare paralleli tra la vittoria dell’Armata Rossa nel 1945 e l’attuale conflitto in Ucraina, che è ormai giunto al suo terzo anno. A fronte di risultati assai scarsi. Nelle ultime settimane, Kiev è stata costretta a ritirarsi in alcune aree, aprendo la strada alle forze russe per avanzare nelle aree intorno ad Avdiivka, una città conquistata a febbraio con un trionfo significativo per la Russia.

In vista del Giorno della Vittoria, gli ufficiali militari ucraini hanno affermato che le forze russe miravano a conquistare la città strategica di Chasiv Yar entro il 9 maggio, ma non è ancora caduta nonostante la presa d’assedio.

PAESI OSTILI NON INVITATI

Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che i “paesi ostili” non sono stati invitati alla parata. Sulla lista degli invitati figuravano il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, i leader di Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Guinea Bissau e Cuba, oltre ai funzionari di altri paesi alleati. L’ufficio stampa del Cremlino ha fatto sapere in precedenza che Putin terrà colloqui separati con i leader di Cuba, Laos e Guinea-Bissau dopo la parata.

“Respingiamo le pretese di esclusività di qualsiasi stato o alleanza. Sappiamo a cosa porta l’esorbitanza di tali ambizioni. La Russia farà di tutto per prevenire un conflitto globale, ma allo stesso tempo non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento”, ha affermato Putin, a poche settimane dall’approvazione, ad aprile, del tanto atteso pacchetto di aiuti statunitensi da 61 miliardi di dollari all’Ucraina.

Le relazioni della Russia con l’Occidente si stavano deteriorando in realtà ben prima dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, ma da allora le fratture si sono approfondite. A seguito della guerra, le sanzioni internazionali contro la Russia si sono moltiplicate e sono emerse alleanze globali più radicate e divise, che contrappongono i paesi della Nato alla Russia e ai suoi alleati, come la Corea del Nord, l’Iran e la Cina. (Di Cristina Giuliano)