Olio extravergine punta su export e su valore salutistico

Convegno Assitol sul ruolo centrale dell’industria olearia

Roma, 23 apr. (askanews) – L’olio d’oliva è l’icona dell’Italia che sa fare, che crea occupazione e benessere ed esporta uno stile di vita salutare e sostenibile in tutto il mondo. Per difendere questo prodotto in tempi di rincari e crisi dei consumi, è prioritario costruire una prospettiva di sviluppo e rafforzamento dell’industria di settore e dell’intera filiera, valorizzando così tutto il Made in Italy. Questo il messaggio che Assitol, l’Associazione Italiana dell’industria olearia, ha lanciato in occasione del convegno “Olio d’oliva: l’Italia che fa bene”, alla presenza di numerosi rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo di settore.

Durante l’incontro, che rientra nelle iniziative della Giornata Nazionale del Made in Italy, è emerso il ruolo dell’industria olearia che, da decenni, porta in giro per il mondo uno degli ambasciatori dell’italianità.

Oggi il settore occupa, tra dipendenti diretti e indotto, circa 15mila persone, per un fatturato, nel 2023, di oltre 4 miliardi di euro. “Le aziende dell’olio d’oliva devono molto alle tante professionalità altamente qualificate che impiegano: dal master blender al responsabile marketing, dall’assaggiatore all’esperto di innovazione e mercati – ha ricordato Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol -. Il Made in Italy non è un semplice concetto geografico, ma culturale, fatto di competenze, genio creativo, cultura del lavoro, sicurezza alimentare”.

L’Italia è il secondo produttore al mondo di olio d’oliva e mantiene la leadership mondiale del prodotto confezionato. I consumi interni si aggirano tra le 500mila e le 600mila tonnellate. Fuori dai confini nazionali l’olio d’oliva favorisce e accompagna l’export degli altri prodotti della Dieta mediterranea, come pasta, sottoli, pomodoro.