Ok Parlamento Ue a direttiva monitoraggio e resilienza del suolo

In prima lettura, dossier sarà seguito da nuovo Pe post elezioni

Roma, 11 apr. (askanews) – Il Parlamento Europeao ha adottato ieri la sua posizione sulla proposta della Commissione per una legge sul monitoraggio del suolo, il primo atto legislativo dell’UE dedicato al suolo, con 336 voti favorevoli, 242 contrari e 33 astensioni. Il Parlamento ha ora adottato la sua posizione in prima lettura. Il dossier sarà seguito dal nuovo Parlamento dopo le elezioni europee del 6-9 giugno. “Siamo finalmente vicini al raggiungimento di un quadro comune europeo per proteggere i nostri suoli dal degrado – ha detto il relatore Martin Hojsík (Renew, SK) – Senza suoli sani, non ci sarà vita su questo pianeta. Il sostentamento degli agricoltori e il cibo sulla nostra tavola dipendono da questa risorsa non rinnovabile. Ecco perché è nostra responsabilità adottare il primo atto legislativo a livello europeo per monitorare e migliorare la salute del suolo”.

I deputati sostengono l’obiettivo generale di avere suoli sani entro il 2050, in linea con l’ambizione UE sull’inquinamento zero e la necessità di una definizione armonizzata di salute del suolo, nonché di un quadro di monitoraggio completo e coerente per promuovere la gestione sostenibile del suolo e risanare i siti contaminati.

La nuova legge obbligherà i paesi dell’UE a monitorare prima e poi a valutare lo stato di salute di tutti i suoli sul loro territorio. Le autorità nazionali possono applicare i descrittori del suolo che meglio illustrano le caratteristiche del suolo di ciascun tipo di suolo a livello nazionale.

I deputati propongono una classificazione a cinque livelli per valutare la salute del suolo (stato ecologico elevato, buono, moderato, suoli degradati e criticamente degradati). I suoli con uno stato ecologico buono o elevato sarebbero considerati sani.

Secondo la Commissione ci sono circa 2,8 milioni di siti potenzialmente contaminati nell’UE e andrà stilato unelenco pubblico di questi siti in tutti i paesi dell’UE entro quattro anni dall’entrata in vigore di questa direttiva. I paesi dell’UE dovranno inoltre indagare, valutare e ripulire i siti contaminati per affrontare i rischi inaccettabili per la salute umana e l’ambiente dovuti alla contaminazione del suolo. I costi devono essere pagati da chi inquina in linea con il principio “chi inquina paga”.