Manovra, Bonaccini: motivi condivisibili allo sciopero di oggi

“Su sanità pubblica faremo una battaglia civile, ma molto dura”

Bologna, 16 dic. (askanews) – Il governo dovrebbe “alzare le buste paga dei lavoratori che guadagnano troppo poco, tagliare il costo del lavoro di imprese che investo e assumono e aumentare le risorse ripartite alle Regioni per finanziare la sanità pubblica per l’aumento dei costi dovuti alla crisi energetica. Sono le “ragioni” per cui, il presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico, Stefano Bonaccini, boccia la manovra economica in discussione. E si associa allo sciopero di oggi per il quale “ci sono molti motivi condivisibili”.

“Io sarò a Roma alla manifestazione del Pd in ragione di una manovra che obiettivamente non va incontro alle priorità che il paese ha in questo momento – ha spiegato Bonaccini a margine della visita alla mostra su Luigi Ghirri a Parma -. Sappiamo che le risorse sono quelle che sono e nessuno può puntare l’indice immaginando di poter accedere a qualche soluzione salvifica. Però per esempio favorire con la flat tax gente che sta bene o abbastanza bene nel momento in cui c’è scarsità di risorse allora quelle risorse era meglio destinarle ad alzare le buste page di qualche lavoratore che in questo paese guadagnano troppo poco a volte anche lavorando a tempo pieno”. Dall’altra parte, secondo il governatore “andava tagliato il costo del lavoro per quelle imprese che investono o che assumono mettendo al centro un’idea di crescita e di sviluppo”.

“Siamo molto preoccupati perché stanno tagliando sulla sanità pubblica – ha aggiunto Bonaccini -: è verso che c’è qualche miliardo in più di aumento, ma sono risorse previste dai governi precedenti e con un’inflazione prevista al 12% non bastano assolutamente. Sono sorpreso che non abbiano modificato la ragione di come ripartire le risorse per le spese energetiche. Bisogna fare una battaglia politica civile, ma molto dura. Noi siamo quelli che pensano e questa Regione lo dimostra che la sanità pubblica deve essere al centro della proposta di cura delle persone”. Quindi “ci sono tanti motivi condivisibili” con chi sciopera, anche se “ognuno nella propria autonomia”.