sabato, Luglio 27, 2024

Magi strattonato dalla sicurezza albanese. Lite con Meloni

AttualitàMagi strattonato dalla sicurezza albanese. Lite con Meloni

Segretario +Europa: “Qui poveri cristi”. Premier: ‘Seee, poveri cristi…’
Shenjin, 5 giu. (askanews) – Il segretario di +Europa Riccardo Magi è stato strattonato dalla sicurezza albanese fuori dal centro di Shenjin in Albania. All’uscita dalla struttura della premier Giorgia Meloni, Magi si è messo di fronte all’auto della premier bloccando il passaggio dell’auto con un cartello con la scritta ‘No alla Guantanamo italiana’. Magi è stato quindi bloccato e strattonato dalla sicurezza albanese. A quel punto Meloni è scesa dall’auto e l’ha raggiunto e ne è nato un battibecco.
“Ho fatto un sacco di campagna elettorale e non sapevo se avrei superato la soglia di sbarramento. Le sono totalmente solidale. Le do una mano volentieri”, gli ha detto Meloni. “Se accade questo a un parlamentare italiano potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi qui”, ha accusato Magi. “Seeee poveri cristi…. C’è una legislazione italiana ed europea, lei non è il segretario di +Europa? Non voleva +Europa? Che +Europa è?”, ha tagliato corto Meloni risalendo in macchina.
Prima, parlando con i giornalisti, Magi aveva denunciato la visita di Meloni come un “hotspot elettorale”. “La struttura in cui siamo – chiede Magi – è un hotspot? È un centro di prima accoglienza? Quali persone ci arriveranno? Dove verrà fatto lo screening per valutare i vulnerabili che in base alla legge non dovranno essere portati in Albania? Chi sono le figure istituzionali che faranno questo screening? Ricordiamo che qui ci sarà una vera e propria discriminazione perché arriveranno delle persone che hanno la stessa condizione giuridica che altre persone in Italia le vede accolte nel sistema d’accoglienza. Quindi a seconda se si viene salvati da una ONG e si viene portati in Italia, si entra nel circuito di accoglienza come richiedenti asilo, se si viene salvati da una nave dell’autorità italiana si entra nel circuito di detenzione in Albania. E questo ovviamente è una discriminazione inaccettabile”.

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