Khodorkovksy: Putin alza posta prima di trattare, Italia sia faro

L’oppositore russo in audizione davanti alla Commissione esteri della Camera

Roma, 7 mag. (askanews) – Con i nuovi stanziamenti americani per l’Ucraina, la Russia si ritrova in una situazione di incertezza strategica e “a questo punto Putin vorrà negoziare, ma prima dei negoziati sicuramente andrà a una ulteriore escalation per alzare la posta in gioco, per fare pressione”: lo ha sostenuto l’oppositore russo in esilio Mikhail Khodorkovsky in audizione davanti alla Commissione esteri della Camera.

“Per questo abbiamo sentito le dichiarazioni sulle armi nucleari tattiche, per questo c’è una maggiore attività dei servizi russi all’estero per lavori di sabotaggio. Tutto questo fa parte di una tattica molto interessante”, ha affermato Khodorkovksy. “Ci sono legami con gruppi criminali, marginali, che vengono invitati a collaborare per atti criminali. Anche a questo io riconduco la confisca di beni occidentali, si tratta di alzare la posta”.

L’ex patron di Yukos, per 10 anni in carcere e dal 2013 fuori dalla Russia, ha esortato a non trattare Putin da presidente legittimo. “Ribadisco ancora una volta quanto dico spesso ai rappresentanti dei governi occidentali: Putin non è un collega, non è il capo di uno Stato nel senso di un capo dello Stato del XXI secolo, sia in termini di percezione interna, sia come metodi di lavoro, è un capo di un gruppo mafioso”, ha affermato Khodorkovksy, che ha parlato davanti alla Commissione esteri poco dopo il giuramento di Putin per il quinto mandato al Cremlino.

“Nella maggior parte dei Paesi tra cui l’Italia, ai gruppi mafiosi non è stato permesso di prendere il controllo dello Stato, purtroppo in Russia non siamo stati in grado: c’è lo Stato e un gruppo mafioso che lo controlla”, ha sostenuto l’oppositore russo. “Ritengo che l’Italia, in quanto Paese di grande esperienza anche in termini di lotta contro la mafia, potrebbe avere un importante ruolo nello stilare una legge necessaria oggi ai Paesi occidentali per interagire con il regime di Putin”.

I fondi russi congelati all’estero, sulla cui confisca i Paesi europei non trovano un accordo, temendo precedenti internazionali pericolosi, “non vanno percepiti come denaro dei russi, dei pensionati russi o altro, sono soldi che non vedranno mai finchè Putin è al potere, sono soldi di un gruppo mafioso che li userà per i suoi fini”, ha affermato Khodorkovsky.