Industria, Confimi a Governo: mercato europeo a rischio dumping

“Attenzione al nuovo Patto di Stabilità”

Il mercato industriale europeo è a rischio di dumping a causa dell’elevato carico fiscale che grava sulle imprese. Il presidente di Confimi, Paolo Agnelli, ha lanciato l’allarme dall’assemblea della Confederazione, aggiungendo che le imprese italiane hanno un carico fiscale e contributivo del 59,1%, rispetto alla media europea del 38,9%.

“Le nostre imprese – ha sottolineato Paolo Agnelli – hanno un carico fiscale e contributivo del 59,1%, la media europea è del 38,9%. I nostri imprenditori pagano il 27,9% sui profitti. La media europea è del 21,2%. Oltre il 40% dei costi energetici è costituito da imposte e accise, e dei 300 miliardi di salari totali riconosciuti dal settore privato, 180 miliardi finiscono nella Tesoreria dello Stato. La politica della BCE è finanza-centrica. C’è dunque ancora posto per le imprese in Italia?”.

“Con un divario così competitivo – ha proseguito il Presidente di Confimi – il tasso della Banca Centrale Europea è decuplicato in soli 12 mesi, ha aggiunto, siamo in attesa di conoscere la direzione del nuovo accordo di stabilità”.

“Uno Stato, così come le imprese, non possono abbassare il proprio debito senza fatturare, senza vendere e senza spendere in aiuti all’industria, come fanno i nostri competitor europei che fanno quello che vogliono senza che nessuno se ne lamenti” – ha concluso Paolo Agnelli.

“Solo una risposta coraggiosa e forte a questo ricatto, a questa ipocrisia può salvare 600 milioni di imprese, le loro famiglie e le famiglie dei lavoratori che vivono accanto a noi. Diversamente non è più tempo di stupirsi dei tavoli di crisi aperti al MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), ben oltre i 140, o delle 165 mila imprese giovanili che hanno chiuso negli ultimi 10 anni. Diversamente, il Made in Italy sarà un marchio svuotato del suo valore”.

Ciro Di Pietro

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