India, Corte Suprema conferma revoca dell’autonomia del Kashmir

Una regione teatro di decenni di insurrezioni

Milano, 11 dic. (askanews) – La Corte Suprema indiana ha dato il via libera alla decisione del governo del primo ministro Narendra Modi di mettere fine allo status semi-autonomo del Kashmir, teatro da decenni di proteste e rivolte.La decisione del 2019, che ha consentito a Nuova Delhi di amministrare direttamente la regione del Jammu e Kashmir a maggioranza musulmana, ha rappresentato “il culmine del processo di integrazione e, come tale, un valido esercizio di potere”, ha dichiarato la più alta corte del Paese nel suo verdetto.La Corte Suprema dell’India ha ordinato che l’anno prossimo si tengano elezioni nel Jammu e Kashmir, affermando che dovrebbero essere collocate su un piano di parità con gli altri stati indiani “prima e il più presto possibile”, con una votazione da organizzare entro il 30 settembre 2024.La revoca dell’autonomia limitata del Kashmir è stata accompagnata dall’imposizione del potere diretto da parte di Nuova Delhi, da arresti di massa, dalla chiusura totale di questo stato e da un’interruzione delle comunicazioni durata mesi, dopo che l’India ha rafforzato le sue forze armate nella regione per arginare le manifestazioni.In Kashmir amarezza e delusione regnano sovrani. Sentimenti esemplificati da uno studente citando una poesia locale:”Non riesco a capire da dove dovrei iniziare il racconto, Se fa ridere, è una ribellione Se fa piangere è pur sempre una ribellione Se per coincidenza diciamo qualcosa, sarà considerata una ribellione. Quindi, se diciamo qualcosa, sarà una ribellione. Noi del Kashmir siamo una nazione pacifica”, ha concluso.”Il Pakistan respinge categoricamente la sentenza emessa dalla Corte Suprema dell’India sullo status del Jammu e Kashmir illegalmente occupati dagli indiani”, ha affermato il ministro degli Esteri pakistano Jalil Abbas Jilani in un briefing a Islamabad dopo la sentenza della corte indiana.