Fruitimprese: in 2023 per ortofrutta fresca record export, +9,1%

A Roma l’assemblea di Fruitimprese con Lollobrigida

Roma, 18 apr. (askanews) – Il 2023 si è chiuso con il record del valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca che è in crescita del 9,1% rispetto al risultato dell’anno precedente. I dati Istat hanno evidenziato un valore esportato di 5,780 miliardi di euro contro poco meno di 5,3 miliardi del 2022, in controtendenza le quantità esportate che calano di poco meno di un punto percentuale, a 3,483 milioni di tonnellate. Si è tenuta oggi a Roma la 75esima Assemblea annuale di Fruitimprese, sul tema “Uno sguardo al passato per costruire il futuro”. 

“Oggi siamo una vera  e propria associazione di filiera: dal lato produttivo aderiscono a noi alcune importanti organizzazioni di produttori e fanno riferimento ai nostri associati circa 20.000 aziende agricole”, ha detto il presidente Marco Salvi inaugurando l’assemblea.

Il comparto, nonostante la crescita, sta facendo i conti con i problemi nazionali e internazionali che incidono sul settore. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, il blocco di Suez prospettano un quadro molto preoccupante, mettendo a rischio, nel solo caso di Suez, “centinaia di milioni di euro di export italiano di mele e kiwi che non si possono permettere di passare per il Capo di Buona Speranza, a causa dei maggiori costi e della perdita di freschezza del prodotto che i tempi di viaggio più lunghi richiedono”, con ripercussioni pesanti anche sul mercato interno.

Un riferimento particolare Salvi ha fatto alla crisi delle pere, “la cui discesa continua inesorabile”. L’interrogativo è quanto resisteranno i produttori di pere, i quali, seppur destinatari di alcuni aiuti straordinari, per i quali Salvi ha ringraziato il ministro Lollobrigida, sono ormai 4 anni che non hanno un ritorno economico sufficiente; si sta tentando di correre ai ripari con il progetto di aggregazione Unapera, ma senza il prodotto tutti gli sforzi potrebbero diventare inutili”.

“Per quanto riguarda il futuro – ha poi puntualizzato il presidente di Fruitimprese – apprezziamo lo sforzo del Masaf e dell’Ismea che hanno costituito una commissione dedicata all’apertura dei nuovi mercati. Oggi risultano aperti 28 dossier fitosanitari per esportare in 14 Paesi. Fruitimprese sta facendo la sua parte nel cercare di indirizzare al meglio le risorse disponibili e ci auguriamo che il lavoro di squadra possa portare buoni risultati nel breve-medio termine”.

Nel corso del 2023 il problema dell’aumento dei prezzi è stato l’argomento principale di tante discussioni che hanno coinvolto, ovviamente, anche il settore ortofrutticolo, “sempre il primo ad essere messo alla berlina quando l’Istat certifica un aumento del tasso di inflazione”. Ma la spesa media per frutta e verdura fresca rappresenta solo il 3,7% del budget delle famiglie.

Eppure, anche quest’anno si registra una riduzione dei consumi di ortofrutta fresca in Italia. I dati elaborati da CSO Italy riportano un calo del 6% dei volumi acquistati ed un aumento del 4% del valore acquistato, rispecchiando quasi perfettamente l’incidenza dell’inflazione (+10% il prezzo medio) che quest’anno è stato il leitmotiv predominante, oltre che una delle cause dello stesso calo delle vendite. “Il dato è molto preoccupante – commenta Salvi – dal 2019 abbiamo perso 1 milione di tonnellate di prodotto consumato, scendendo da 6,1 a 5,1 milioni. I dati europei non sono migliori”.