I contribuenti in regime forfettario dal 1° gennaio 2024 dovranno emettere fatture esclusivamente in formato elettronico, comportando l’obbligo di versare l’imposta di bollo in modo virtuale, dato l’assenza di documenti cartacei. L’imposta è applicata a tutte le fatture emesse con un importo superiore a 77,47 euro.
“I contribuenti – afferma Luigi Pagliuca, presidente della Cnpr – devono indicare l’imposta di bollo nella fattura elettronica, specificando ‘SI’ nel campo “Bollo virtuale” (2.1.1.6.1 per le fatture ordinarie e 2.1.1.5 per le fatture semplificate). La quantità dell’imposta, pari a due euro, può essere indicata, ma non è essenziale, poiché il sistema la considera automaticamente una volta valorizzato il campo “bollo virtuale”.
Se il contribuente dimentica di evidenziare l’imposta di bollo, non sono previste sanzioni, a condizione che il pagamento venga effettuato correttamente. Il Sistema di Interscambio verifica automaticamente le fatture soggette a imposta di bollo trimestralmente, fornendo elenchi A e B. L’elenco A è informativo e non modificabile, mentre l’elenco B può essere corretto dal contribuente entro un determinato termine.
Il versamento dell’imposta di bollo è trimestrale, con possibilità di rinviare il pagamento del primo e del secondo trimestre se l’importo complessivo è inferiore a 5.000 euro. Il versamento avviene tramite modello F24 o attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, indicando l’IBAN del conto corrente del contribuente”.
“Il mancato pagamento entro i termini comporta una comunicazione telematica dell’Agenzia delle Entrate con somme dovute, sanzioni al 30%, e interessi legali. Se il pagamento avviene entro 30 giorni – conclude Pagliuca -, la sanzione si riduce al 10%. È possibile correggere il pagamento in ritardo mediante il versamento spontaneo, riducendo le sanzioni attraverso la piattaforma ‘Fatture e Corrispettivi’ che facilita il calcolo delle somme omesse, delle sanzioni ridotte e degli interessi”.
