Equo compenso, De Lise (giovani commercialisti): norma non sia messa in discussione

ROMA. “La legge sull’equo compenso, come Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili l’abbiamo sottolineato più volte, è migliorabile in diversi aspetti.

Tuttavia, riteniamo molto preoccupante la questione sollevata da Confindustria, Abi, Ania, Assonime e Confcooperative che, in una recente lettera al governo, hanno messo sul banco degli imputati la stessa norma, parlando del rischio di aumenti paradossali e indiscriminati di tutti i compensi professionali, «generando un volume di costi insostenibile per le imprese».

Il nostro pensiero è che la norma sarà anche non perfetta, ma non deve essere messo in discussione il principio etico che fa in modo che i compensi dei commercialisti e in generale di tutti i professionisti siano corretti, adeguati e legittimi”.

Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

“Quanto scritto da cinque fra le maggiori organizzazioni datoriali, assicurative e bancarie italiane – sottolinea De Lise – segnala come non sia ancora evidente alla società civile italiana il ruolo fondamentale dei commercialisti e dei professionisti in ambito economico, fiscale e di supporto alle imprese e ai cittadini.

Questo deve far suonare un campanello d’allarme per la categoria rispetto alle interlocuzioni fino a qui portate avanti anche con la politica. L’auspicio è che nel prossimo futuro le nostre competenze vengano finalmente riconosciute”.