Efsa: molti pesci allevamento senza pararassiti che infettano uomo

Parere scientifico pubblicato oggi

Roma, 18 apr. (askanews) – Molti dei pesci più comunemente allevati e consumati in Europa non presentano segni di parassiti che possano infettare l’uomo. Tuttavia, sono stati riscontrati parassiti in alcune specie d’allevamento e sono necessari ulteriori dati per determinare la prevalenza di alcuni parassiti nei pesci d’allevamento.

Questi sono i principali risultati di un parere scientifico dell’Efsa pubblicato oggi, che valuta anche nuovi metodi per individuare e uccidere i parassiti nei pesci.

I dati scientifici disponibili nell’area UE/AELS, sebbene limitati, indicano che molte specie di pesci d’allevamento destinati al mercato sono esenti da infezioni parassitarie zoonotiche. Questi includono il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, l’ombrina, l’ippoglosso atlantico, la carpa e il pesce gatto europeo.

Tuttavia, parassiti come Anisakis e altri sono stati trovati nella spigola europea, nel tonno rosso dell’Atlantico, nel merluzzo e/o nella tinca prodotti in gabbie aperte al largo o in stagni a flusso continuo.

I pesci prodotti in sistemi di acquacoltura chiusi a ricircolo con immissione di acqua filtrata e mangime trattato termicamente sono quasi certamente esenti da parassiti zoonotici. Gli esperti dell’Efsa hanno concluso che sono necessari più dati per stimare la prevalenza di parassiti specifici in specie ittiche, sistemi di allevamento e aree di produzione selezionati all’interno della regione UE/EFTA.

Gli esperti hanno valutato anche nuovi metodi per rilevare i parassiti zoonotici nei prodotti della pesca. Il congelamento e il riscaldamento rimangono i modi più efficaci per ucciderli. La ricerca in corso sta inoltre esplorando l’efficacia di varie tecniche di lavorazione, come la lavorazione ad alta pressione, il campo elettrico pulsato, l’essiccazione all’aria, la salatura a secco, la doppia salatura e l’uso di prodotti naturali. Prossimi passi

Gli esperti dell’Efsa determineranno entro la fine dell’anno se eventuali specie di pesci selvatici provenienti da specifiche zone di pesca rappresentano un rischio per la salute pubblica a causa della presenza di parassiti zoonotici.