Crosetto: “C’è bisogno di trasformare la Difesa”

Ministro torna su risposta secca data a Porro in Quarta Repubblica

Milano, 27 mar. (askanews) – “C’è bisogno di trasformare la Difesa”. Lo afferma il ministro Guido Crosetto in un tweet video tornando sulla risposta data al giornalista e conduttore Nicola Porro, durante la trasmissione Quarta repubblica, su Rete 4 lunedì scorso. Il capo della Difesa italiana aveva replicato con un doppio “no” alla domanda: “Siamo a un livello della difesa accettabile da un punto di vista militare, di armamenti e di formazione oggi noi?”.

“Alcune persone si sono scandalizzate – dice Crosetto oggi della sua risposta secca di lunedì – e io volevo che si scandalizzassero: vedete il ministro della Difesa ha un dovere che è quello di difendere il paese e questo si fa anche attraverso la verità. La verità è che noi abbiamo delle forze armate straordinarie e sono straordinarie perché sono composte da uomini, donne, ufficiali, truppa, sottufficiali. Fantastiche. Si sono abituate a lavorare in qualunque condizione, indipendentemente da quello che davamo loro, indipendentemente dall’attenzione che il paese gli dava, indipendentemente dalla considerazione delle risorse finanziarie”.

Ma Crosetto aggiunge: “I tempi in cui viviamo non ci consentono più di basare la nostra Difesa sul loro cuore, sul loro coraggio, sulla loro abitudine di buttare il cuore oltre l’ostacolo. C’è bisogno di investire in mezzi, in ulteriore formazione, in ulteriore personale perché i tempi di rotazione siano accettabili, in riserve, in manutenzione dei mezzi, in qualità dei mezzi”.

E ancora: “C’è bisogno di trasformare la Difesa, perché finora l’abbiamo basata soltanto sul valore delle persone che la formavano. Dobbiamo fare di più, non perché ce lo chieda la Nato, perché ce lo chiedono i tempi. Perché la difesa è il presupposto perché esistano democrazia, pace e libertà e perché le persone che finora ci hanno rappresentato con il loro coraggio, con la loro dedizione abbiano tutto ciò che gli serve per consentirci e per consentire loro di difenderci, come hanno fatto in questi anni: non basta più quello che gli abbiamo dato ed è giusto che il ministro della Difesa lo dica, anche a nome loro”.