Cia Sicilia Orientale a Prefetto Catania: agricoltura sta morendo

Insoddisfatti delle misure del Governo per fronteggiare la crisi

Roma, 9 mag. (askanews) – “Siamo profondamente insoddisfatti dalle misure finora adottate dal Governo per fronteggiare la gravissima crisi che le aziende vivono in Sicilia. Riteniamo assolutamente insufficienti i 20 milioni di euro stanziati per le emergenze come primo intervento nei Comuni. Gli agricoltori hanno subito danni per oltre un miliardo di euro e ancora non hanno ricevuto nulla”.

Questa la posizione espressa da Cia Sicilia Orientale nel corso della riunione convocata in mattinata dal prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi.

Il coordinatore di Giunta, Giosuè Catania, ha spiegato che in Sicilia “senza alcun intervento concreto, l’agricoltura si lascia morire. Dopo ben 4 mesi di tavoli e cabine di regia, richieste di incontri e proposte depositate, per il Comparto Agricolo non c’è ancora nulla, o quasi. La politica non ha compreso appieno il dramma che si vive nelle campagne e non ha consapevolezza della necessità di interventi urgenti ed indifferibili per compensare la mancanza di reddito netto delle aziende agricole”.

“La situazione è gravissima in tutti i comparti e si possono purtroppo già tirare le somme – ha proseguio il vice presidente vicario Stefano Cannistrà – Arance di piccola pezzatura in una stagione difficile che non lascia presagire nulla di buono per la prossima; la cerealicoltura in gran parte della Sicilia e principalmente nella Piana di Catania, nel basso Ennese e nella zona del Calatino non vedrà la mietitura”.

Attualmente gli invasi siciliani raggiungono appena al 25% del loro potenziale, questo significa che in quasi tutto il territorio del bacino imbrifero della Piana di Catania non potrà partire la stagione irrigua con danni economici e sociali irreparabili per il comparto. “Di fronte a questo dramma – ha sottolineato Catania – il Governo Nazionale non è stato in grado di mettere in campo misure finanziarie finalizzate a garantire quel minimo di ristoro per le aziende agricole e mantenerle in vita. Il Consiglio dei Ministri nel suo insieme avrebbe dovuto avere una visione unitaria e decidere attraverso lo Stato di emergenza un pacchetto di misure anche per l’agricoltura e non frammentare le responsabilità”.