Che cosa manca nel memorandum d’intesa Ue-Tunisia

Non risponde a 2 punti importanti per Italia su migranti e aiuti

Bruxelles, 17 lug. (askanews) – Il Memorandum d’intesa per il “partenariato complessivo” in cinque aree tra l’Ue e la Tunisia dà attuazione solo parzialmente all’accordo sul Patto su immigrazione e asilo raggiunto dal Consiglio dei ministri dell’Interno dell’Ue a Lussemburgo l’8 giugno scorso. In particolare, il Memorandum non riprende uno degli elementi di quell’accordo che più interessano l’Italia: la possibilità di rinviare in Tunisia i migranti irregolari senza diritto d’asilo sbarcati in Italia e transitati dalla stessa Tunisia, anche quando hanno altri paeseádiáorigine. Lo hanno precisato oggi a Bruxelles fonti qualificate della Commissione europea.

“Questo Protocollo d’intesa – hanno puntualizzato le fonti – non affronta specificamente il ritorno dall’Ue di migranti non tunisini che sono transitati attraverso la Tunisia. Questo è un punto su cui le autorità tunisine ritengono di aver comunicato chiaramente: che non sono un paese centro di accoglienza per migranti irregolari generalmente provenienti dall’Europa”. Nel Memorandum, quindi, “ci concentriamo sull’impegno dei tunisini a riprendere i cittadini tunisini arrivati irregolarmente nell’Ue”.

Un altro elemento importante che manca nel Memorandum è la parte riguardante l’aiuto macrofinanziario alla Tunisia. L’Italia premeva affinché questi aiuti dell’Ue fossero concessi, almeno per una prima tranche, prima e indipendentemente dall’approvazione del prestito del Fmi alla Tunisia, che continua a essere bloccato per la reticenza del presidente Kais Saied a impegnarsi nelle misure e riforme richieste dal Fondo. Proprio a causa di quest’atteggiamento delle autorità tunisine, gli aiuti macrofinanziari da circa 900 milioni di euro sono restati fuori dal Memorandum d’intesa e condizionati all’approvazione del prestito Fmi.

Il Memorandum menziona invece un “aiuto al bilancio” tunisino da parte dell’Ue pari a 150 milioni di euro, che comunque è sottoposto ad alcune condizioni. “La programmazione dei 150 milioni sarà fatta in modo da garantire che questi soldi vadano a scopi utili nel loro bilancio, che non saranno influenzati dalla disponibilità o meno di un prestito del Fmi”, hanno precisato le fonti, ricordando che l’aiuto bilaterale al bilancio “è qualcosa che abbiamo fatto in passato” con la Tunisia.

Il Memorandum d’intesa, infine, dedica uno dei suoi capitoli alla questione dei canali d’immigrazione legale, che è un’area di competenza esclusiva degli Stati membri (al contrario dell’immigrazione irregolare, oggetto di politiche comuni dell’Ue e sottoposta al voto a maggioranza qualificata in Consiglio). Ai giovani tunisini viene offerta l’opportunità di venire in Europa a studiare o a seguire corsi di formazione professionale, attraverso un’estensione del programma Erasmus e il nuovo “Partenariato per i talenti”, che si vuole lanciare, e che in realtà si basa su una realtà già esistente: “Ci sono già 300 posti in Germania, Francia e Belgio e speriamo di avere altri 700 posti negli stessi paesi entro la fine del prossimo anno”, hanno riferito le fonti.

“Dovremo esaminare l’interesse dei nostri Stati membri, perché si tratta di migranti legali, e com’è noto spetta agli Stati membri, in base al quadro giuridico esistente, prendere decisioni in merito all’ammissione di migranti legali. Ma c’è chiaramente – hanno aggiunto le fonti – un forte interesse da parte di altri paesi, oltre ai tre già citati. Quello che stiamo facendo è rendere disponibili servizi educativi di miglioramento delle competenze e altre formazioni attraverso i partenariati per i talenti, e lavorare con i nostri Stati membri che sono interessati e le autorità e i sistemi educativi tunisini per facilitare questa forma di migrazione legale, che penso sia chiaramente nell’interesse di entrambe le parti”.

Le fonti della Commissione, infine, hanno precisato che, nonostante l’aumento recente dei flussi dei migranti irregolari lungo la rotta del Mediterraneo centrale, che sono in larga misura influenzati dalle condizioni del mare e meteorologiche migliori in estate, “quello che abbiamo visto nelle ultime settimane, direi negli ultimi mesi, è che le autorità tunisine hanno intensificato le loro attività. E guardando agli arrivi in Italia, alle intercettazioni in mare e ai rientri in Tunisia delle imbarcazioni intercettate, si nota che il tasso di intercettazione è aumentato in modo abbastanza significativo. Quindi vediamo una tendenza strutturale, che va decisamente nella giusta direzione di evitare le partenze”, hanno concluso le fonti.