Cgil martella Ferrarini per licenziamenti ritenuti illegittimi. L’azienda querela

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REGGIO EMILIA – Flai-Cgil nazionale, di Parma e di Reggio Emilia a testa bassa contro i licenziamenti di due lavoratori decisi da Ferrarini, storica azienda emiliana di salumi, ritenuti illegittimi dal sindacato. Si tratta di quello del delegato sindacale Nicola Comparato dopo il diverbio con un caporeparto, ma “colpito” – secondo la Cgil – in seguito alle denunce fatte sulle pressioni che l’azienda avrebbe esercitato sul personale affinché parteggiasse per la proposta più gradita alla dirigenza nell’ambito della procedura concordataria del Gruppo.

Il secondo lavoratore licenziato è Dadje Zah Alain Guy, originario della Costa D’Avorio sottoposto a terapie oncologiche da circa due anni e, di recente, ricoverato per positività al Covid. Circostanza questa che Ferrarini ha dichiarato di aver appreso solo nei giorni scorsi, mentre da novembre non avrebbe più ricevuto i certificati medici del dipendente, che li inviava tramite la moglie. Una situazione di irregolarità tale, è la tesi sostenuta, in cui l’azienda avrebbe avuto le mani legate nell’interrompere il rapporto di lavoro, per non rischiare a sua volta sanzioni. I licenziamenti, peraltro in un momento in cui sono bloccati, sarebbero dunque stati motivati “da giusta causa”. Una versione che non convince la categoria Cgil degli alimentaristi, che oggi a Parma sono tornati alla carica in una conferenza stampa.

“Di fronte a un atto di forza come quello esercitato in questa vicenda, parlo dei licenziamenti, delle pressioni sui lavoratori e quant’altro, si evidenzia quello che è in realtà uno stato di debolezza di un’azienda in sofferenza. Noi abbiamo bisogno che si sblocchi la situazione del concordato, che il Tribunale decida, solo allora saremo in grado di avere un confronto di merito, e lo faremo con chi prenderà in mano le sorti della società”, dice Ivano Gualerzi, della Flai nazionale.

“La vicenda di Nicola- prosegue- mi ha dato molto dolore, perché lui non ha fatto nient’altro che sostenere una posizione che tutta l’organizzazione sindacale complessivamente aveva condiviso, cioè quella di non fare il ‘tifo’ per l’una o l’altra cordata. E di questo ha fatto le spese”. Lo stesso Comparato (una campagna in suo sostegno è già partita sui canali social del sindacato), presente all’evento, ribadisce di aver subito “una grande ingiustizia” e di non essere “disposto ad accettarla”. Il “lavoro- aggiunge l’ex dipendente Ferrarini- dà dignità e rispetto. Io non mi sento più come prima. Voglio giustizia e lotterò fino alla fine per averla”. Ferrarini, conclude la Flai, “non solo licenzia, uccide il lavoro”.

A stretto giro di posta arriva, raccolta dalla ‘Dire’ la risposta della società, che preannuncia querele. “Appare chiaro- dice il direttore del personale Anna Giovanelli- che si sia strumentalmente utilizzata una vertenza di carattere giuslavoristico, vertenza che peraltro riteniamo non fondata, per sferrare un attacco alla Ferrarini”. Inoltre “riteniamo che le dichiarazioni e le informazioni diffuse siano scorrette e lesive dell’immagine della Società e in relazione a questi fatti, ci tuteleremo nelle sedi più opportune”. Ferrarini ribadisce infine di aver sempre “operato nel rispetto del contratto collettivo nazionale e della legge”, oltre che dei lavoratori. “Siamo una delle poche aziende del settore agroalimentare a impiegare esclusivamente propri dipendenti diretti senza fare ricorso ad appalti”, evidenziano dalla sede di Rivaltella.

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