#Cambiamoagricoltura: cavalcando proteste una spallata al Green Deal

“Aprire serio dibattito su reali cause crisi economica del settore primario”

“Sfruttando abilmente le proteste degli agricoltori, le associazioni agricole e agroindustriali hanno dato nelle ultime settimane un’ultima spinta al Green Deal europeo, additato come principale causa della crisi del settore primario”. Ecco cosa scrive in una nota la coalizione #CambiamoAgricoltura: “Agricoltori e consumatori sono oggi l’anello debole della catena agroalimentare, esposti alle conseguenze dei danni ambientali e sanitari causati da questo sistema”.

Secondo la coalizione, lo stesso sistema di rappresentanza agricola, nel corso degli anni, “ha cambiato struttura, obiettivi e interessi, sia a livello nazionale che europeo”. Tra le accuse, le deviazioni dall’impegno della Politica agricola comune di destinare almeno il 4% dei terreni agricoli alla conservazione della natura, il ritiro del regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi e l’annullamento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2040 per i gas climalteranti attribuibili al settore agricolo e zootecnico.

#Cambiamoagricoltura rileva che gli obiettivi delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” “sono stati ridotti a innocue dichiarazioni di principi generali prive di effetti concreti. Sono state eliminate le raccomandazioni ai cittadini di modificare la dieta riducendo il consumo di proteine animali e l’invito a porre fine ai sussidi per i combustibili fossili dannosi per l’ambiente”.

Secondo la Coalizione, i motivi di agitazione degli agricoltori sono in realtà “molti di più, come dimostra la rapida evoluzione delle rivendicazioni e delle richieste dei comitati che stanno galvanizzando le proteste”.

Le associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura ribadiscono, quindi, agli agricoltori, alla Commissione Europea e al Governo italiano di “evitare qualsiasi indebolimento delle regole della PAC e che tale azione ostacolerebbe la transizione verso un sistema alimentare equo e rispettoso dell’ambiente”.

Invitano, inoltre, le Istituzioni nazionali e tutte le associazioni ad “avviare una seria discussione sulle reali cause della crisi economica del settore primario, che non vanno cercate nella tutela dell’ambiente, nella conservazione della natura o nella lotta ai cambiamenti climatici, ma in un sistema agroalimentare iniquo che tutela essenzialmente gli interessi delle grandi imprese agricole e agroindustriali e penalizza invece i piccoli produttori e i consumatori”.

Ciro Di Pietro

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