Brasile alle urne per le presidenziali: lotta tra Lula e Bolsonaro

Si vota per il secondo turno, l’ex presidente in testa ai sondaggi
Roma, 30 ott. (askanews) – Accuse di corruzione, Covid, deforestazione e persino cannibalismo. Nessuna esclusione di colpi tra Luiz Inicio Lula da Silva e Jair Bolsonaro in vista del ballottaggio di oggi per le elezioni presidenziali in Brasile. Il candidato della sinistra, già capo di Stato, si è imposto al primo turno, ormai quasi un mese fa, con oltre il 48 per cento dei voti, e i sondaggi lo considerano sempre in vantaggio sul presidente uscente. Gli analisti, però, non escludono sorprese, anche in considerazione del fatto che Bolsonaro è già riuscito a sorprendere tutti, ottenendo alla prima votazione un numero di preferenze ben al di sopra di quelle accreditategli. L’attenzione degli esperti è rivolta soprattutto verso il Minas Gerais, il secondo Stato più popoloso e il quarto più grande del Brasile, e la sua capitale Belo Horizonte. Nessun presidente ha conquistato il potere senza prevalere nel Minas Gerais da quando Getúlio Vargas lo fece nel 1950 e gli osservatori si aspettano che le elezioni di quest’anno non faranno eccezione. Entrambi cattolici, Bolsonaro e Lula, soprattutto in questo mese di campagna elettorale, hanno cercato sostegno tra gli elettori cristiani evangelici, che costituiscono quasi un terzo della popolazione brasiliana. Una strategia che non è stata priva di disinformazione, individuata dagli esperti come un’arma pericolosa e diffusamente utilizzata dai due candidati. Due figli di Bolsonaro e altri politici vicini al presidente uscente, ad esempio, hanno diffuso un video in cui un influencer che si definisce satanista dichiara il suo sostegno a Lula. Il video è diventato virale, insieme a messaggi in cui si afferma che il Brasile correrà un “rischio spirituale” se Lula tornerà a capo dello Stato. E questo, nonostante l’influencer non avesse alcun rapporto con l’ex presidente né alcuna influenza sulle sue politiche. Il team della campagna elettorale di Lula, per risposta, ha rilasciato una dichiarazione in cui rifiuta qualsiasi coinvolgimento nell’adorazione del diavolo e il video è stato così bandito dal Tribunale supremo elettorale, l’organismo che sovrintende al voto. Nel frattempo, il team della campagna di Lula ha puntato tutto su un’intervista del New York Times del 2016 in cui Bolsonaro ha affermato di avere visitato una comunità indigena in Brasile che presumibilmente stava cucinando una persona morta, chiedendo di assistere al rito. Per ottenere il consenso, a Bolsonaro sarebbe stato risposto che avrebbe dovuto unirsi al pasto. “Lo mangerei” avrebbe detto il presidente. “Non avrei problemi a mangiare l’indigeno”. La campagna di Lula ha prodotto un video con l’intervista del 2016, dicendo: “È mostruoso. Bolsonaro rivela che mangerebbe carne umana”. E il candidato della destra si è rivolto al Tribunale elettorale, che anche in questo caso ha vietato la diffusione di queste immagini, dicendo che l’intervista era stata riproposta fuori contesto. Bolsonaro e Lula hanno quindi continuato a sfidarsi sull’importanza della difesa della foresta pluviale, che svolge un ruolo fondamentale nell’assorbire l’anidride carbonica dannosa. Circa il 60% dell’Amazzonia si trova in Brasile ed entrambi i candidati hanno detto di avere gli argomenti migliori per la sua protezione. Durante un dibattito, Lula ha detto che con lui al potere è stata registrata “la più bassa deforestazione in Amazzonia”, con Bolsonaro “la più alta ogni anno”. Una tesi capovolta dal candidato della destra. “Durante il vostro governo, ha avuto luogo una deforestazione doppia rispetto al mio”, ha replicato il presidente uscente, che non ha mancato di colpire Lula al fianco, citando il grande scandalo di corruzione che ha interessato il Brasile e che è iniziato durante il suo mandato. Miliardi di dollari sono stati rubati in tangenti e contratti petroliferi legati alla compagnia petrolifera statale, Petrobras. Lo stesso Lula è stato ritenuto colpevole di coinvolgimento e nel 2017 è stato mandato in prigione. La sua condanna è stata annullata l’anno scorso, consentendogli di candidarsi a queste elezioni. Da parte sua, Lula ha puntato il dito contro Bolsonaro per aver favorito la corruzione e lo ha accusato di avere perso il controllo delle finanze del Paese. Un riferimento, neppure troppo velato, a un “bilancio segreto” incluso nella legge di bilancio approvata nel 2019, che consente la spesa di fondi pubblici da parte dei legislatori federali con una supervisione limitata. Bolsonaro nega di aver approvato lo schema. “Ho posto il veto e il Congresso lo ha annullato”, ha detto durante un dibattito il 16 ottobre. Ma non è vero. In un primo momento, nel novembre 2019, Bolsonaro ha posto il veto al nuovo meccanismo incluso nel bilancio. Un mese dopo, però, la stessa presidenza ha inviato al Congresso una nuova proposta di legge, che includeva il meccanismo “segreto” al suo interno, ed è stata approvata. Una battaglia, quella tra i due candidati, che è stata combattuta anche sulla gestione del Covid. Bolsonaro è stato accusato di diffondere disinformazione sui vaccini contro il coronavirus e ha rifiutato di farsi vaccinare. Lula ha pesantemente criticato gli sforzi del suo avversario per controllare la pandemia ed ha evidenziato il bilancio delle vittime del Paese. “Il Brasile ha il 3% della popolazione mondiale e il Brasile ha avuto l’11% dei decessi a causa della pandemia nel mondo”, ha detto. Un bilancio che potrebbe anche essere molto più alto, secondo gli esperti di sanità. Difendendo l’operato del suo governo, Bolsonaro ha dichiarato che sono stati acquistati “oltre 500 milioni di dosi di vaccino” e che “il Brasile è uno dei paesi più vaccinati al mondo”. Resta il fatto che i cittadini brasiliani si presenteranno alle urne profondamente spaccati. Lula e Bolsonaro sono amati da milioni di connazionali e disprezzati da altrettanti brasiliani. Secondo gli ultimi sondaggi, i due candidati sarebbero divisi da sei punti percentuali. Bolsonaro ha dichiarato che riconoscerà una possibile sconfitta al ballottaggio solo a condizione che durante il voto non si verifichi “nulla di anomalo”. “Se la Commissione Trasparenza, di cui fanno parte anche le forze armate, non mostra nulla di anomalo, non c’è motivo di dubitare dell’esito delle elezioni”, ha detto solo pochi giorni fa l’ex presidente, già capitano dell’esercito che, nei mesi precedenti il primo turno, ha sollevato ripetutamente e senza prove la possibilità di “frodi” attraverso le urne elettroniche utilizzate per votare in Brasile. I seggi elettorali aprono alle 8 e chiudono alle 17, ora locale. Oggi si svolge anche un secondo turno per l’elezione del governatore di 12 stati: Alagoas, Amazonas, Bahia, Espírito Santo, Mato Grosso do Sul, Paraíba, Pernambuco, Rio Grande do Sul, Santa Catarina, San Paolo, Sergipe e Rondônia. Dalle 17 (quando in Italia sarà tarda sera) cominceranno ad essere annunciati i primi risultati parziali delle elezioni presidenziali.