Borrell: odesso l’ingresso di aiuti a Gaza è la cosa più importante

Non è l’Egitto che blocca; serve carburante per dissalatori acqua

Bruxelles, 23 ott. (askanews) – In questo momento, “la cosa più importante è chiedere che il sostegno umanitario arrivi a Gaza. Al Cairo”, durante il vertice di sabato scorso, “il Segretario Generale delle Nazioni Unite” António Guterres “ha lanciato un appello drammatico affinché questi aiuti umanitari possano entrare” nella Striscia di Gaza. Sabato, “il primo giorno, sono potuti entrare 20 camion, venti. Ieri erano circa 20 in più. Ma in tempi normali, senza la guerra, ogni giorno entravano a Gaza 100 camion. Quindi è chiaro che 20 non sono sufficienti”.

Lo ha sottolineato l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, parlando alla stampa al suo arrivo al Consiglio Affari esteri che si tiene oggi a Lussemburgo. “Abbiamo invitato a partecipare al Consiglio il mio collega, il commissario responsabile per gli Aiuti umanitari e la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic, che ci informerà” sulla situazione. “Ho parlato con lui e mi ha spiegato – ha riferito Borrell – che è importante aumentare il sostegno umanitario”, e in particolare “avere carburante per far funzionare le centrali elettriche e le centrali di desalinizzazione. Altrimenti non c’è acqua, né elettricità. Senza acqua ed elettricità, gli ospedali riescono a malapena a funzionare. È importante portare più sostegno, più velocemente e soprattutto far entrare le cose fondamentali che permettono il ripristino delle forniture di acqua ed elettricità”.

“Noi, la Commissione e l’Unione europea – ha ricordato -, abbiamo aumentato il nostro sostegno, ma ci sono code e code di camion in attesa di entrare. Devono entrare e devono portare le cose di cui hanno estremo bisogno”.

“Si discuterà anche – ha continuato l’Alto Rappresentante -dell’appello delle Nazioni Unite per una pausa umanitaria, anch’essa necessaria, anche per la restituzione degli ostaggi. Gli attacchi missilistici e di razzi di Hamas da Gaza devono finire. Gli ostaggi, le persone rapite, ovviamente devono essere liberate. Questo fa parte di qualsiasi passo verso la de-escalation; e dobbiamo iniziare a pensare a come rilanciare il processo politico”, anche se, ha insistito, “la priorità in questo momento è far arrivare il sostegno umanitario a Gaza”.

“Il processo di pace – ha rilevato Borrell – è stato dimenticato per troppo tempo. Le grandi potenze si sono dimenticate della questione palestinese pensando che sarebbe stata risolta da sola o che non avesse importanza. Invece è importante, dobbiamo continuare a lavorare su questo”.

Rispondendo a una domanda su chi sia il principale ostacolo all’ingresso degli aiuti a Gaza, se sia l’Egitto o Israele, l’Alto Rappresentante ha poi notato che “in questo momento l’Egitto è pronto a far entrare tutti i camion in coda. Non voglio dare la colpa a nessuno, ma il fatto è che non entrano”, ha osservato, indicando implicitamente la responsabilità di Israele.

“Ovviamente – ha ribadito l’Alto Rappresentante – discuteremo della richiesta di una pausa umanitaria. Al Cairo se ne è parlato molto e lo ha chiesto con forza il Segretario generale delle Nazioni Unite. Sono sicuro che sarà sul tavolo dei leader nella prossima riunione” del Consiglio europeo. “Come non discuterne? Certamente lo faremo”, anche se “non posso anticipare l’esito dell’incontro”.

“Personalmente – ha sottolineato ancora Borrell -, penso che la pausa umanitaria sia necessaria per consentire al sostegno umanitario di entrare a Gaza e di essere distribuito. Penso alla metà della popolazione di Gaza che ha abbandonato le proprie case”.

A una domanda sul rischio che l’Ue possa essere accusata dal Sud del mondo di usare due pesi e due misure, per il modo in cui ha reagito all’aggressione russa all’Ucraina, da un lato, e all’assedio di Gaza da parte di Israele, dall’altro, Borrell ha replicato: “La guerra ucraina e questa guerra hanno cause e conseguenze diverse, ma entrambe stanno provocando onde d’urto in tutto il mondo. La Russia sta sicuramente approfittando di questa situazione. La questione dei due pesi e due misure, che esisteva già prima della guerra a Gaza, ora si ripropone. Dobbiamo essere molto attenti per mostrare la stessa preoccupazione per ogni civile ucciso, la stessa preoccupazione”.

“Abbiamo mostrato il nostro forte sostegno a Israele, perché sta subendo uno dei più grandi attacchi contro il popolo ebraico, e questo deve essere fortemente condannato, e lo facciamo. Ma dobbiamo guardare anche ai palestinesi innocenti che vengono uccisi. Anche loro sono vittime di Hamas. Dobbiamo mostrare esattamente le stesse preoccupazioni – ha ripetuto l’Alto Rappresentante – per ogni civile ucciso”.