Bolton Food (Rio Mare): nel 2024 100% tonno verrà da filiera responsabile

Pirovano: Wwf partner essenziale, agire su scala globale per sostenibilità

Milano, 2 mag. (askanews) – Alla fine del 2024 tutto il tonno di Bolton Food, che arriva sulle tavole dei consumatori con marchi come Rio Mare e Saupiquet, arriverà da una filiera responsabile, perchè proveniente da una pesca certificata Msc o da progetti di miglioramento della pesca “credibili e solidi” (i cosiddetti Fishery improvement projects). Un percorso partito quasi otto anni fa grazie alla partnership con un “critical friend” come Wwf che ha permesso di fissare obiettivi sfidanti, ora a portata di mano. Ne abbiamo parlato con Luciano Pirovano, chief Sustainability officer di Bolton Food e Tri Marine in occasione della Giornata mondiale del tonno.

“Questo progetto ha a che fare con i miei ultimi 10 anni di lavoro: io sono responsabile della sostenibilità di Bolton food dal 2008 e ho visto e seguito tutte le fasi di questo percorso” ci ha raccontato prima di entrare nel merito di questo progetto che ha sposato con determinazione insieme al suo team. “Noi abbiamo l’obiettivo quest’anno di raggiungere il 100% di approvvigionamento e produzione responsabile del tonno, un obiettivo che quando il 22 dicembre del 2016 abbiamo siglato la partnership col Wwf mi sembrava veramente irraggiungibile e lontanissimo. Il 2024 è arrivato a una velocità incredibile e siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti nel 2023 perché abbiamo chiuso col 93,7% del tonno da filiera sostenibile, facendo un salto importante rispetto all’86,5% del 2022”.

Dietro ogni scatoletta di tonno c’è una filiera complessa e globale che richiede un approccio collaborativo per potersi definire sostenibile. E Bolton Food, principale unità di business di Bolton che è secondo player nel mercato del tonno a livello globale con una quota del 10,5% e unico operatore “occidentale” in un contesto “quello del seafood, dominato da operatori asiatici come Thailandia, Taiwan e Corea”, punta a essere pioniere per incidere sulle politiche del comparto. “In Bolton Food abbiamo l’ambizione di guidare il settore dando il buon esempio – ha spiegato Pirovano – Il nostro approccio è integrato al massimo con la strategia dell’azienda, un approccio che è prima di tutto trasformativo, il che vuol dire cambiare la filiera, agire concretamente su di essa. E poi è olistico, globale, perchè il tonno è una filiera globale, e aggiungo scientifico”. L’acquisizione nel 2019 dello storico fornitore Tri Marine, ha ricordato “si basa su questo essere trasformativi: lavorare con i partner, interni ed esterni, perchè aree di pesca per aree di pesca si porti il cambiamento e si raggiunga la certificazione Msc. Noi siamo tra i grandi facilitatori della crescita della certificazione Msc del tonno: anche grazie al nostro lavoro adesso ha raggiunto il 50% circa” delle adesioni tra i player.

“Uno dei tratti distintivi per fare sostenibilità nel nostro settore è muoversi lungo una filiera globale – ha detto – La complessità della gestione di una filiera così globale che va a incidere su Paesi in via di sviluppo, aumentata dalla complessità di una pesca in alto mare, è una bella sfida che noi abbiamo voluto cogliere”. E proprio nell’ottica di elevare gli standard di pesca sostenibile, la partnership con il Wwf si è data criteri ambiziosi anche sulla provenienza della materia prima. Seguendo questi criteri, l’azienda si impegna a non approvvigionarsi da stock sovrasfruttati o a rischio di sovrasfruttamento, a prediligere attività di pesca gestite in modo efficace per prevenire l’impatto sulle altre specie e sugli habitat, e a garantire la conformità alle leggi e ai regolamenti applicabili in materia di pesca e di diritti umani lungo tutta la sua filiera. Lo scorso anno l’87,3% del tonno acquistato da Bolton Food è arrivato da pesca sostenibile.

Ma tutto questo non è ancora sufficiente, innanzitutto perchè i cambiamenti climatici aprono nuove sfide, anche se le conseguenze sono ancora tutte da quantificare. “Studi scientifici inequivocabili che dimostrino chiaramente gli impatti del riscaldamento dei mari sul tonno non ci sono – ha ammesso Pirovano – quello che è molto probabile stia succedendo è che sanno cambiando traiettorie e aree di pesca. Il tonno, che viene definito la formula uno del mare, mette poco a spostarsi: è molto probabile che cambieranno le zone di pesca e questo crea complicazioni. Non si potrà più fare affidamento su quello che accadeva in passato. E’ chiaro che c’è una grande preoccupazione, perchè se è vero che il tonno è piuttosto prolifico, resistente e resiliente: oggi l’80% degli stock è in buona salute, c’è però un 20% che non lo è e sono 5 milioni di tonnellate”.

A tal proposito Bolton Food ha fatto suo un impegno contro il sovra sfruttamento del tonno pinna gialla nell’Oceano indiano partecipando a una campagna di sensibilizzazione lanciata da WWF, Global Tuna Alliance e Tuna Protection Alliance. “Nell’Oceano indiano non si trova un accordo tra i Paesi occidentali che hanno flotte industriali e i Paesi in via di sviluppo come Oman, Iran, India che hanno flotte artigianali che stanno crescendo e questo porta a uno stallo nonostante la raccomandazione di ridurre del 30% la cattura di questa specie”. Il Comitato scientifico della Commissione per il tonno dell’Oceano Indiano (IOTC), ritiene, infatti, che una riduzione del 30% della cattura di tonno pinna gialla (rispetto al 2020) dovrebbe consentire nel 67% dei casi di riportare in salute lo stock entro il 2030. Bolton Food dal canto suo lo scorso anno ha ridotto il suo sourcing di oltre il 67% rispetto al 2020.

“Le partnership sono uno degli strumenti più potenti per influenzare il settore perché hanno un impatto maggiore – ha constatato Pirovano dopo una quasi decennale collaborazione con il Wwf, ma anche con Oxfam sul fronte della sostenibilità sociale – Noi in azienda diciamo ‘partnership is our leadership’. In questi anni ho capito che il loro valore per una azienda come la nostra è l’acquisizione di know how, come fare le cose per essere trasformativi”. E mentre si avvia tagliare il traguardo del 100% di tonno da filiera responsabile pensa “a quali obiettivi darci dopo il 2024, che roard map seguire sempre insieme al Wwf. Oltre il 92% del nostro sourcing è il tonno ed è quello su cui possiamo incidere – ha concluso – stiamo ragionando in questa area e stiamo facendo una riflessione sui nuovi obiettivi che per l’azienda devono essere obiettivi concreti da perseguire”.