Attori al lavoro nelle “Officine Carpentieri” di Napoli

Si conclude la masterclass dedicata ai linguaggi del teatro e del cinema, finanziata dal Nuovo Imaie e diretta da Renato Carpentieri e Gianfranco Cabiddu

Periodo di grande attività per le “Officine Carpentieri” di Napoli, lo spazio dedicato alla ricerca, formazione e sperimentazione dei diversi linguaggi delle arti sceniche ideato e diretto dall’attore e regista Renato Carpentieri.

Aperto nel 2019, e dunque poco prima dello sciagurato periodo pandemico, sulla collina di Pizzofalcone nella parte che sovrasta la centralissima Piazza del Plebiscito lo spazio è gestito dall’Associazione “Il Punto in Movimento” che, proprio in questi giorni, ha qui organizzato un laboratorio pratico di alta formazione riservato a 19 attori professionisti italiani.

Finanziata interamente dal Nuovo Imaie e completamente gratuita per i partecipanti, la masterclass condotta dallo stesso Renato Carpentieri (David di Donatello per il film “La tenerezza” di Gianni Amelio)  insieme al regista Gianfranco Cabiddu (docente al Centro sperimentale di Cinematografia di Roma e David di Donatello, migliore sceneggiatura non originale, per il suo film “La stoffa dei sogni”) è iniziata lo scorso 16 ottobre ed ha impegnato i partecipanti, selezionati attraverso pubblico bando, per 18 giorni su “La recitazione degli attori nel passaggio dal teatro al cinema”.

“Un attore è un attore – sottolinea Renato Carpentieri –  sia che lavori in teatro che sui set cinematografici.

Tecniche e tempi ne differenziano le pratiche, ovviamente, ma chi sceglie di fare questo mestiere non può ignorarne i rispettivi e fondamentali codici comunicativi ed espressivi.

Spesso abbiamo fatto esperienza di allievi di scuole di cinema completamente digiuni  di  teatro  e, allo stesso modo, di aspiranti teatranti ignari di come si stia su un set.

Il nostro obiettivo, quindi, era quello di contribuire, avendo ben chiare le differenze, ad accrescere nei partecipanti al laboratorio la capacità di gestire i differenti linguaggi acquisendo, nella pratica, quei “principi-guida” che l’esperienza di ognuno potrà poi trasformare ed arricchire nel corso della propria attività professionale”.

In tal modo gli attori del corso sono stati guidati in un lavoro pratico di comparazione tra i due linguaggi e le due arti, trasformando “per esempio – aggiunge Gianfranco Cabiddu – un frammento di sceneggiatura in testo e azione teatrale e un frammento di testo teatrale in sceneggiatura e film, cercando di conservare la stessa situazione emotiva, lo stesso contesto drammaturgico, magari le stesse parole ma con le due modalità recitative differenti”.

Renato Rizzardi